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Animali Selvatici: si Stanno Avvicinando Sempre più alle Città e all'Uomo
All’inizio dell’estate un orso ha fatto il suo beato ingresso nel cuore di Trento e si è andato a fare un riposino nel centrale parco cittadino. Inutile dire dello scompiglio di vigili, guardie forestali e carabinieri chiamati per tenere sotto controllo il bestione. Ore di apprensione, ma poi il tranquillo plantigrado ha ripreso la sua strada e se ne è tornato nei boschi.
E a luglio un branco di lupi abbia fatto strage di un gregge di pecore chiuso in un ovile in Sabina. Ma la notizia senz’altro più spettacolare viene da Milano, dove gli automobilisti hanno iniziato a chiamare il 113 dichiarando di «essere stati sorpassati da uno struzzo». Il povero animale è poi morto per lo spavento, ma solo dopo aver mandato in tilt la circolazione della periferia del capoluogo lombardo.
Insomma, sembra proprio che i nostri operatori di pubblica sicurezza oltre a fronteggiare una sempre crescente minaccia terroristica debbano imparare a fare i conti anche con gli animali selvatici che, grazie ad una politica di maggiore tutela del territorio, attuata negli anni scorsi, stanno iniziando a popolare le nostre valli e montagne.
Ma quali sono le specie che si stanno diffondendo maggiormente? Principalmente il lupo, ma anche aquile, orsi e avvoltoi stanno conoscendo una timida ma significativa espansione numerica. Nel mare poi diventa sempre più facile incontrare balene, delfini ed altri cetacei, ma anche squali e tartarughe. È di solo un mese fa la notizia dell'avvistamento di una foca monaca al largo delle coste lucane: un importante segnale. I lupi sono comunque i protagonisti di questo ritorno alla natura di una larga parte del nostro paese. Secondo alcune stime fornite dal Wwf la popolazione italiana di lupi si aggira intorno ai 500 esemplari. Molti di più delle poche decine che, appena venti anni fa, scorrazzavano sotto stretta osservazione nei pochi santuari naturalistici. Ora invece i lupi sono diffusi su tutto lo stivale dall'Aspromonte fino alle Alpi Marittime. E si sospetta che qualche esemplare possa essere arrivato nella zona dei monti della Tolfa. «Il sospetto - spiega Fabrizio Bulgarini del Wwf - c’è, ma si tratta al massimo di una coppia con al seguito i cuccioli, due o tre esemplari al massimo. Certa è però la presenza del lupo nella zona del fiume Fiora e del Monte Amiata, relativamente vicino ai Monti della Tolfa».
Ma come comportarsi se magari durante un trekking in Maremma ci si imbatte in un lupo? «Niente paura - assicura Bulgarini - i lupi sono animali timidissimi e quando incontrano un uomo sono sempre i primi a fuggire». Dunque lupi alle porte di Roma, ma il lupo non è il solo animale caro alla storia della città, l’altro è l’aquila. «Le aquile - spiega Bulgarini - sono al massimo della loro capacità espansiva. Ci sono circa 250 coppie che vivono tra le Alpi, l'Appennino, la Sicilia e la Sardegna. Di più il nostro territorio non potrebbe ospitarne». E un nido di aquila è tornato ad essere frequentato da un giovane esemplare proprio alle porte di Roma nel Parco dei Monti Lucretili a Monte Pellecchia. «Quello di Monte Pellecchia - ha detto l'esperto del WWF - è un nido frequentato in continuazione da migliaia di anni. Addirittura si sa che i romani salivano fino a quel nido per prendere pulcini di aquila e portarli nei templi della capitale dove erano venerati come simbolo dell’Impero. Dopo una pausa durata due anni ora un giovane è tornato ad occupare l’area.
Speriamo bene».
Tra i rapaci che sono tornati a volare nei cieli italiani non c’è però solo l'aquila. Un grande successo è stata la reintroduzione del gipeto, un avvoltoio scomparso ormai da più di cento anni. «A dire la verità - dice Massimiliano Rocco, ornitologo del Wwf - la reintroduzione era stata fatta in Svizzera, ma tre coppie hanno preferito stabilirsi per la nidificazione sul versante italiano delle Alpi».
Se in terra e in cielo gli animali selvatici sono tornati a conquistare il loro spazio anche dal mare giungono segnali positivi. Intanto dai cetacei, soprattutto balenottere comuni e delfini che godono della vasta area di protezione creata nel Mar Ligure, ma anche tartarughe e squali, i cui avvistamenti sono diventati sempre più frequenti. A proposito di squali, va segnalata la notizia che il Canale di Sicilia è stato identificato come un luogo di riproduzione del Grande Squalo Bianco.
di EMANUELE PERUGINI
E a luglio un branco di lupi abbia fatto strage di un gregge di pecore chiuso in un ovile in Sabina. Ma la notizia senz’altro più spettacolare viene da Milano, dove gli automobilisti hanno iniziato a chiamare il 113 dichiarando di «essere stati sorpassati da uno struzzo». Il povero animale è poi morto per lo spavento, ma solo dopo aver mandato in tilt la circolazione della periferia del capoluogo lombardo.
Insomma, sembra proprio che i nostri operatori di pubblica sicurezza oltre a fronteggiare una sempre crescente minaccia terroristica debbano imparare a fare i conti anche con gli animali selvatici che, grazie ad una politica di maggiore tutela del territorio, attuata negli anni scorsi, stanno iniziando a popolare le nostre valli e montagne.
Ma quali sono le specie che si stanno diffondendo maggiormente? Principalmente il lupo, ma anche aquile, orsi e avvoltoi stanno conoscendo una timida ma significativa espansione numerica. Nel mare poi diventa sempre più facile incontrare balene, delfini ed altri cetacei, ma anche squali e tartarughe. È di solo un mese fa la notizia dell'avvistamento di una foca monaca al largo delle coste lucane: un importante segnale. I lupi sono comunque i protagonisti di questo ritorno alla natura di una larga parte del nostro paese. Secondo alcune stime fornite dal Wwf la popolazione italiana di lupi si aggira intorno ai 500 esemplari. Molti di più delle poche decine che, appena venti anni fa, scorrazzavano sotto stretta osservazione nei pochi santuari naturalistici. Ora invece i lupi sono diffusi su tutto lo stivale dall'Aspromonte fino alle Alpi Marittime. E si sospetta che qualche esemplare possa essere arrivato nella zona dei monti della Tolfa. «Il sospetto - spiega Fabrizio Bulgarini del Wwf - c’è, ma si tratta al massimo di una coppia con al seguito i cuccioli, due o tre esemplari al massimo. Certa è però la presenza del lupo nella zona del fiume Fiora e del Monte Amiata, relativamente vicino ai Monti della Tolfa».
Ma come comportarsi se magari durante un trekking in Maremma ci si imbatte in un lupo? «Niente paura - assicura Bulgarini - i lupi sono animali timidissimi e quando incontrano un uomo sono sempre i primi a fuggire». Dunque lupi alle porte di Roma, ma il lupo non è il solo animale caro alla storia della città, l’altro è l’aquila. «Le aquile - spiega Bulgarini - sono al massimo della loro capacità espansiva. Ci sono circa 250 coppie che vivono tra le Alpi, l'Appennino, la Sicilia e la Sardegna. Di più il nostro territorio non potrebbe ospitarne». E un nido di aquila è tornato ad essere frequentato da un giovane esemplare proprio alle porte di Roma nel Parco dei Monti Lucretili a Monte Pellecchia. «Quello di Monte Pellecchia - ha detto l'esperto del WWF - è un nido frequentato in continuazione da migliaia di anni. Addirittura si sa che i romani salivano fino a quel nido per prendere pulcini di aquila e portarli nei templi della capitale dove erano venerati come simbolo dell’Impero. Dopo una pausa durata due anni ora un giovane è tornato ad occupare l’area.
Speriamo bene».
Tra i rapaci che sono tornati a volare nei cieli italiani non c’è però solo l'aquila. Un grande successo è stata la reintroduzione del gipeto, un avvoltoio scomparso ormai da più di cento anni. «A dire la verità - dice Massimiliano Rocco, ornitologo del Wwf - la reintroduzione era stata fatta in Svizzera, ma tre coppie hanno preferito stabilirsi per la nidificazione sul versante italiano delle Alpi».
Se in terra e in cielo gli animali selvatici sono tornati a conquistare il loro spazio anche dal mare giungono segnali positivi. Intanto dai cetacei, soprattutto balenottere comuni e delfini che godono della vasta area di protezione creata nel Mar Ligure, ma anche tartarughe e squali, i cui avvistamenti sono diventati sempre più frequenti. A proposito di squali, va segnalata la notizia che il Canale di Sicilia è stato identificato come un luogo di riproduzione del Grande Squalo Bianco.
di EMANUELE PERUGINI