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Animali: Accarezzare un Cucciolo di Cerbiatto Significa Condannarlo all'Abbandono Materno
Oriana e Maggy sono due cerbiatte che si possono ammirare al centro recupero per animali feriti del Parco nazionale d'Abruzzo di Pescasseroli. Sono arrivate nei giorni scorsi, rispettivamente dai prati della Valle Jannanghera e dalla zona di protezione esterna del parco, vicino Scontrone. Trovate tutte e due da alcuni escursionisti che si sono imbattuti in questi cuccioli di cervi e, inteneriti, li hanno accarezzati, abbracciati e poi, credendo che fossero dei piccoli abbandonati, hanno allertato forestale e parco. Oriana e Maggy stanno in un recinto nutriti e vezzeggiati con tanti biberon di latte. Vicino a loro c'è Jacopo, un bellissimo cervo che, tanti anni fa, fu abbandonato nei prati dell'area protetta e portato a Pescasseroli. E' una storia che si ripete quella dei "cerbiatti abbandonati". Un fenomeno che, nonostante le tante campagne lanciate dalla forestale e dagli enti parco, non si riesce a debellare. Questi animali partoriscono tra maggio e giugno il loro unico piccolo che, a differenza della specie umana, non viene subito riconosciuto dalla mamma. Nei primi tre, quattro giorni di vita, il cerbiatto resta per gran parte del suo tempo ben separato dalla madre che lo frequenta solo per allattarlo e per le cure corporali. I cerbiatti si nascondono schiacciandosi al suolo in mezzo all'erba alta dove, in genere, vengono trovati e toccati dagli escursionisti. Un tocco che provoca poi l'abbandono. Impregnandosi dell'odore dell'uomo, infatti, il cerbiatto non viene più individuato dalla madre: l'odore, il loro odore, è importante per cervi e caprioli, perché comunica informazioni indispensabili nella vita di relazione. Quando si va in montagna - è la raccomandazione di forestale e parco - non bisogna toccare assolutamente i cuccioli di cerbiatto. Se si accarezzano, saranno poi condannati a passare la loro vita rinchiusi in un recinto. Come Jacopo e, purtroppo, come succederà a Maggy e a Oriana. Cristina Notarantonio