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Angola: Sospesi gli Aiuti Umanitari per il Pericolo di Incorrere in Mine Inesplose
Le Nazioni Unite hanno deciso ieri, per ragioni di sicurezza, di sospendere fino a data da destinarsi l'invio di aiuti umanitari nella località di Belo Horizonte, provincia di Bie (circa 600 chilometri a sudest di Luanda) in Angola. Lo riferiscono fonti religiose locali, le quali precisano che a fine dicembre un mezzo delle forze armate angolane è esploso dopo essere transitato su una delle numerosissime mine che infestano le strade di questa zona del Paese. Nell'esplosione sono morti 2 soldati e altri 4 sono rimasti feriti. In seguito a questo episodio, l'ennesimo nell'arco di pochi giorni, l’Ufficio di coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite (Ocha) ha deciso di sospendere le attività a sostegno della popolazione, dal momento che non vi è la certezza che le principali arterie viarie della zona siano state sminate. A patire le drammatiche conseguenze di tale situazione sono, però, le 15mila persone, in maggioranza sfollati, che si vedranno privati dell'aiuto delle organizzazioni internazionali. Si tratta della seconda interruzione degli aiuti nell'arco di una settimana. Nei giorni scorsi sempre a causa della poca sicurezza sulle strade era stata presa un'identica decisione nella provincia di Malanje, 400 chilometri a est di Luanda. A metà dicembre Erick de Mulin, a capo della missione delle Nazione Unite in Angola, aveva dichiarato le mine inesplose rappresentano ancora la più grave minaccia per il Paese africano, sottolineando come l'elevatissimo numero di ordigni ancora presenti sul territorio angolano rende estremamente pericoloso il lavoro degli operatori umanitari e la vita di tutti i giorni per la popolazione locale. Stando alle informazioni diffuse dal governo di Luanda, sono sei le provincie a maggiore rischio di mine inesplose: Bie, Huambo, Cuando Cubango, Uige, South Kwanza e Malanje. L’Angola, che ha ratificato il Trattato internazionale di Ottawa per la messa al bando delle mine antipersona il 5 luglio 2002, è uno dei Paesi con il più alto tasso di ordigni inesplosi. L'ultimo 'censimento' effettuato alla fine del 2001 mostra che nel Paese vi sono oltre 2mila campi minati o disseminati da bombe inesplose. Durante i 27 anni di guerra civile che ha insanguinato l'Angola circa 12 milioni di mine sono state interrate nel Paese. A farne le spese sono proprio i civili che rappresentano il 75 per cento delle vittime di incidenti riconducibili a deflagrazioni legate a residuati bellici.