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Amnesty: Indagini Rapide e Indipendenti su Scontri Indù-Musulmani in Gujarat
In conseguenza dei recenti scontri tra indù e musulmani che hanno insanguinato il Gujarat, Amnesty International ha inviato un memorandum al governo di questo Stato indiano per sottolineare la necessità di un’indagine imparziale sulle stragi e adeguati interventi a favore degli sfollati. “Se coloro che amministrano il Gujarat non disporranno indagini rapide, veloci e indipendenti – si legge in un recente comunicato dell’organizzazione internazionale per i diritti umani – i responsabili delle violenze resteranno a piede libero e potranno agire di nuovo”. Oltre a ricordare che i morti negli scontri sono stati oltre 700, Amnesty International si dice preoccupata per coloro che sono stati costretti ad abbandonare le proprie case. “Almeno 50mila persone – afferma – sono ospiti di 20 campi nella sola Ahmedabad, capitale commerciale del Gujarat, ed altri 40mila vivono in accampamenti allestiti in altre città”. Infine Amnesty rimarca che, secondo varie testimonianze, la violenza era in gran parte pianificata e in alcuni casi le autorità locali e la polizia potrebbero essersi macchiati di collusione con gli aggressori. La miccia che ha innescato i combattimenti tra indù e musulmani in Gujarat è stata accesa il 27 febbraio scorso, quando è stato attaccato il ‘Sabarmati Express’ (un convoglio ferroviario con a bordo fondamentalisti indù), causando la morte di 58 persone. Nei giorni successivi la violenza è dilagata in varie parti dello Stato, provocando secondo le ultime stime circa 720 morti, tra cui alcuni cristiani. All’origine dei contrasti c’è la vicenda relativa ad Ayodhya, località dell’Uttar Pradesh dove i fondamentalisti indù intendono costruire un tempio sulle rovine di una moschea da essi distrutta nel 1992. Nello Stato asiatico gli induisti sono l’83 per cento su una popolazione di circa un miliardo, i musulmani l’11 per cento, i sick il 2,5 per cento. I cattolici indiani sono circa 16 milioni.