Scontri tra musulmani hanno provocato morti e feriti ieri ad Ambon, capoluogo dell’arcipelago indonesiano delle Molucche. Lo riferiscono oggi alla MISNA i padri del Centro di crisi della locale diocesi cattolica, spiegando che le violenze sono avvenute fra abitanti di due vicini villaggi, Asilulu ed Ureng, entrambi situati nella penisola di Leihitu (settore settentrionale dell’isola di Ambon). A scatenare i tumulti è stato un incidente accaduto il giorno prima, quando un motoscafo proveniente da Ureng si è avvicinato troppo ad un ‘sampan’ (imbarcazione locale) di Asilulu, facendo cadere in acqua un componente dell’equipaggio. In seguito il guidatore del motoscafo è stato picchiato dagli abitanti di Asilulu e, per tutta risposta, l’indomani mattina la gente di Ureng ha sferrato un attacco su larga scala contro il vicino villaggio. Tre persone sono morte (due di Asilulu, una di Ureng), 24 sono rimaste ferite e 30 abitazioni sono state date alle fiamme. Solo l’intervento della polizia è riuscito a riportare la calma tra i contendenti. La città di Ambon è stata teatro, da gennaio 1999 fino alla scorsa primavera, di un sanguinoso conflitto tra musulmani e cristiani che ha interessato anche altre località delle Molucche ed ha provocato migliaia di morti, oltre a moltissimi sfollati. Nel febbraio scorso a Malino (isola di Sulawesi) è stato firmato un accordo per porre fine al triennale conflitto e lo scorso ottobre i guerriglieri islamici inneggianti al ‘jihad’ (guerra santa) - accusati di fomentare gli scontri inter-religiosi – hanno lasciato l’isola.