Notizie
Ambienti Chiusi: Pochi Sanno della Pericolosità dell'Aria Viziata
La popolazione europea trascorre, in media, il 90% del proprio tempo in ambienti chiusi, ma ignora in gran parte i rischi che questo comporta per la salute. Studi condotti recentemente dal Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea (Ccr) rivelano che, in alcuni casi, i livelli di inquinamento dell’aria negli ambienti chiusi possono essere doppi rispetto a quelli riscontrati nell’ambiente esterno. Sono stati individuati centinaia di composti organici volatili (Voc) prodotti da svariate fonti e in parte noti come sostanze tossiche, mutagene o cancerogene. Un lavoro, svolto dall’Istituto per la Salute e la Protezione del Consumatore in merito all’esposizione umana all’inquinamento in ambienti chiusi, è stato presentato presso il Ccr di Ispra nei giorni scorsi.
Il nuovo Programma dell’Ue in materia di sanità pubblica comprende i progetti Index e Thade, che puntano a stabilire e applicare limiti di esposizione all’inquinamento negli ambienti chiusi nei Paesi membri dell’Ue.
I composti organici volatili sono una delle maggiori fonti di inquinamento atmosferico in Europa. Negli ambienti chiusi, l’uso di nuovi materiali edilizi e la riduzione del livello di ventilazione ai fini del risparmio energetico stanno diffondendo composti chimici con proprietà tossicologiche non ancora accertate. Fumo, radon, amianto e benzene possono contribuire in modo sostanziale all’aumento dei casi di cancro nella popolazione. Nel caso del benzene e della formaldeide, per esempio, l’esposizione complessiva dei cittadini europei negli ambienti chiusi è almeno doppia rispetto a quella esterna. Secondo le stime dei ricercatori, oltre il 20% della popolazione soffre di asma e altri disturbi allergici causati da sostanze tipiche degli ambienti chiusi.
Il Ccr di Ispra è dotato di uno speciale laboratorio per condurre misurazioni dei livelli di inquinamento negli ambienti chiusi. L’impianto, detto "Indoortron", è un ambiente altamente controllato dove la composizione dell’aria può essere misurata e regolata accuratamente, senza alcuna influenza da parte dell’atmosfera circostante. In questo modo i ricercatori possono studiare prodotti di largo consumo come le vernici o le fotocopiatrici e determinarne la dinamica di rilascio, creare modelli di test per la previsione delle concentrazioni degli inquinanti, valutare l’efficienza dei dispositivi per la purificazione dell’aria, effettuare misurazioni delle esposizioni e studi di valutazione. Il laboratorio dispone anche di un sistema computerizzato per la manipolazione remota dei parametri climatici e l’acquisizione e il trattamento costante dei dati. Tra i vari esperimenti condotti nell’Indoortron, ha dato esiti inaspettati quello sul fumo passivo. Sembra infatti che nemmeno una maggiore ventilazione dei locali riesca a ridurre in misura significativa la concentrazione di inquinanti prodotti dal fumo di sigaretta. Per migliorare la qualità dell’aria negli ambienti chiusi, gli esperti ripongono le loro speranze soprattutto in futuristici materiali da costruzione. Si tratta dei cosiddetti materiali fotocatalitici, principalmente a base di biossido di titanio, che sono in grado di assorbire le sostanze inquinanti e depurare così l’aria. In futuro potrebbero diventare parte integrante di vernici e rivestimenti per interni.
Il nuovo Programma dell’Ue in materia di sanità pubblica comprende i progetti Index e Thade, che puntano a stabilire e applicare limiti di esposizione all’inquinamento negli ambienti chiusi nei Paesi membri dell’Ue.
I composti organici volatili sono una delle maggiori fonti di inquinamento atmosferico in Europa. Negli ambienti chiusi, l’uso di nuovi materiali edilizi e la riduzione del livello di ventilazione ai fini del risparmio energetico stanno diffondendo composti chimici con proprietà tossicologiche non ancora accertate. Fumo, radon, amianto e benzene possono contribuire in modo sostanziale all’aumento dei casi di cancro nella popolazione. Nel caso del benzene e della formaldeide, per esempio, l’esposizione complessiva dei cittadini europei negli ambienti chiusi è almeno doppia rispetto a quella esterna. Secondo le stime dei ricercatori, oltre il 20% della popolazione soffre di asma e altri disturbi allergici causati da sostanze tipiche degli ambienti chiusi.
Il Ccr di Ispra è dotato di uno speciale laboratorio per condurre misurazioni dei livelli di inquinamento negli ambienti chiusi. L’impianto, detto "Indoortron", è un ambiente altamente controllato dove la composizione dell’aria può essere misurata e regolata accuratamente, senza alcuna influenza da parte dell’atmosfera circostante. In questo modo i ricercatori possono studiare prodotti di largo consumo come le vernici o le fotocopiatrici e determinarne la dinamica di rilascio, creare modelli di test per la previsione delle concentrazioni degli inquinanti, valutare l’efficienza dei dispositivi per la purificazione dell’aria, effettuare misurazioni delle esposizioni e studi di valutazione. Il laboratorio dispone anche di un sistema computerizzato per la manipolazione remota dei parametri climatici e l’acquisizione e il trattamento costante dei dati. Tra i vari esperimenti condotti nell’Indoortron, ha dato esiti inaspettati quello sul fumo passivo. Sembra infatti che nemmeno una maggiore ventilazione dei locali riesca a ridurre in misura significativa la concentrazione di inquinanti prodotti dal fumo di sigaretta. Per migliorare la qualità dell’aria negli ambienti chiusi, gli esperti ripongono le loro speranze soprattutto in futuristici materiali da costruzione. Si tratta dei cosiddetti materiali fotocatalitici, principalmente a base di biossido di titanio, che sono in grado di assorbire le sostanze inquinanti e depurare così l’aria. In futuro potrebbero diventare parte integrante di vernici e rivestimenti per interni.