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Allarme Acqua: il Futuro è in Pericolo
Tenere aperto il rubinetto per cinque minuti quando ci si lava i denti?
Lavare i piatti uno per uno facendo scorrere l'acqua? Stare sotto la doccia per venti minuti?
Gesti abituali di milioni di italiani che fanno inorridire i tedeschi, loro sì che pensano al risparmio idrico già da tanti anni.
L'acqua non è una risorsa inesauribile, l'abbiamo scoperto da poco, e dobbiamo fare i conti anche con questo.
In un paese come il Brasile che possiede l'11% delle risorse idriche, 45 milioni di persone non hanno accesso all'acqua potabile. 400 milioni di africani devono combattere tutti i giorni contro la desertificazione prodotta dai cambiamenti del clima: «Se sulle cause e le conseguenze dell'effetto serra non tutti gli scienziati concordano, invece sulle problematiche riguardanti le risorse idriche c'è un consenso generale», spiega Maurizio Gubbiotti di Legambiente che interverrà oggi alle 17 a Palazzo Ducale (Sala Liguria Spazio Aperto) insieme a Riccardo Petrella, Renata Briano, Stefano Sarti in una conferenza intitolata "Acqua, un bene precluso a gran parte dell'umanità" promossa, tra gli altri, da Legambiente Liguria, Fondazione Carige, Provincia di Genova, Fondazione Amga, Parco delle Cinque Terre e da "Il secolo XIX".
Riccardo Petrella è economista politico, massimo esperto a livello europeo sul problema delle risorse idriche e autore del libro "Il manifesto dell'acqua". Ci ha anticipato alcune problematiche di cui discuterà oggi.
Quali sono le cause che stanno portando ad un eccessivo sfruttamento delle risorse idriche?
«Si preleva troppa acqua dolce per l'agricoltura e l'industria e le riserve non hanno più il tempo necessario per rinnovarsi. Come se un lavoratore spendesse molto di più di quello che guadagna. Il livello dei fiumi e dei laghi si sta abbassando, il Trasimeno, ad esempio, è sceso di un metro e settanta centimetri. Se si continua così il Po è destinato a diventare un torrente mentre il Piave già ora in certi periodi non riesce a trascinare le sue acque fino al mare».
Quali sono i Paesi che risentono di più del problema?
«La Cina, l'India e gli Usa: uno dei fiumi più compromessi è il Colorado».
Che ruolo gioca l'inquinamento in questa situazione?
«La qualità dell'acqua peggiora sempre più. Da poco si è cominciato a trattare le acque reflue, mentre prima si facevano defluire direttamente nei fiumi. Milioni di cittadini riversano detersivi nelle fognature, sostante decisamente contaminanti».
Che problemi crea la scarsezza d'acqua nei Paesi poveri?
«Se si continua così nel 2032 il 60% della popolazione del mondo abiterà in zone con penuria d'acqua. Il diritto alla vita sarà un problema per tre miliardi di persone».
Gli italiani sono "spreconi"?
"I nostri acquedotti hanno perdite che variano dal 35 al 40% e al Sud si arriva addirittura al 60% della Puglia. L'Italia non ha mai investito nel risparmio. Inoltre gli italiani non bevono l'acqua del rubinetto che, dal punto di vista batteriologico, è migliore di quella in bottiglia. Ciò crea ancora più inquinamento a causa di tutta la plastica e il vetro che si produce".
Lavare i piatti uno per uno facendo scorrere l'acqua? Stare sotto la doccia per venti minuti?
Gesti abituali di milioni di italiani che fanno inorridire i tedeschi, loro sì che pensano al risparmio idrico già da tanti anni.
L'acqua non è una risorsa inesauribile, l'abbiamo scoperto da poco, e dobbiamo fare i conti anche con questo.
In un paese come il Brasile che possiede l'11% delle risorse idriche, 45 milioni di persone non hanno accesso all'acqua potabile. 400 milioni di africani devono combattere tutti i giorni contro la desertificazione prodotta dai cambiamenti del clima: «Se sulle cause e le conseguenze dell'effetto serra non tutti gli scienziati concordano, invece sulle problematiche riguardanti le risorse idriche c'è un consenso generale», spiega Maurizio Gubbiotti di Legambiente che interverrà oggi alle 17 a Palazzo Ducale (Sala Liguria Spazio Aperto) insieme a Riccardo Petrella, Renata Briano, Stefano Sarti in una conferenza intitolata "Acqua, un bene precluso a gran parte dell'umanità" promossa, tra gli altri, da Legambiente Liguria, Fondazione Carige, Provincia di Genova, Fondazione Amga, Parco delle Cinque Terre e da "Il secolo XIX".
Riccardo Petrella è economista politico, massimo esperto a livello europeo sul problema delle risorse idriche e autore del libro "Il manifesto dell'acqua". Ci ha anticipato alcune problematiche di cui discuterà oggi.
Quali sono le cause che stanno portando ad un eccessivo sfruttamento delle risorse idriche?
«Si preleva troppa acqua dolce per l'agricoltura e l'industria e le riserve non hanno più il tempo necessario per rinnovarsi. Come se un lavoratore spendesse molto di più di quello che guadagna. Il livello dei fiumi e dei laghi si sta abbassando, il Trasimeno, ad esempio, è sceso di un metro e settanta centimetri. Se si continua così il Po è destinato a diventare un torrente mentre il Piave già ora in certi periodi non riesce a trascinare le sue acque fino al mare».
Quali sono i Paesi che risentono di più del problema?
«La Cina, l'India e gli Usa: uno dei fiumi più compromessi è il Colorado».
Che ruolo gioca l'inquinamento in questa situazione?
«La qualità dell'acqua peggiora sempre più. Da poco si è cominciato a trattare le acque reflue, mentre prima si facevano defluire direttamente nei fiumi. Milioni di cittadini riversano detersivi nelle fognature, sostante decisamente contaminanti».
Che problemi crea la scarsezza d'acqua nei Paesi poveri?
«Se si continua così nel 2032 il 60% della popolazione del mondo abiterà in zone con penuria d'acqua. Il diritto alla vita sarà un problema per tre miliardi di persone».
Gli italiani sono "spreconi"?
"I nostri acquedotti hanno perdite che variano dal 35 al 40% e al Sud si arriva addirittura al 60% della Puglia. L'Italia non ha mai investito nel risparmio. Inoltre gli italiani non bevono l'acqua del rubinetto che, dal punto di vista batteriologico, è migliore di quella in bottiglia. Ciò crea ancora più inquinamento a causa di tutta la plastica e il vetro che si produce".