gio, 15 maggio 2025

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Alessandria: Licenziato per Aver Chiamato "Bastardi" i Cani Meticci

Definire «bastardo» un cane, anche se «meticcio», può costituire causa di licenziamento: è successo a Massimo Ratto, ventisettenne di Chiavari, una laurea in Scienze politiche conseguita con 110 e lode e diritto di pubblicazione della tesi. Nel 1999 aveva vinto un concorso al Comune di Novi Ligure, nell´Alessandrino, era stato in prova per sei mesi al Servizio tributi di cui fa parte l´anagrafe canina, al termine si era visto rescindere il rapporto di lavoro con la motivazione: «Valutazione negativa dell´attività». A redigere la relazione che lo estrometteva dal lavoro erano stati il capo servizio e il dirigente di settore, secondo i quali Ratto non aveva svolto « con solerzia le mansioni affidategli». In realtà il motivo era un altro: essendo incaricato di registrare i cani iscritti dai proprietari all´anagrafe canina aveva qualificato i «meticci» come «bastardi». Il dottore in Scienze politiche fece ricorso, la vicenda è approdata sul tavolo del giudice del lavoro Stefano Moltrasio il quale ha dato ragione al Comune: la sentenza ad aprile passerà in giudicato, in quanto Ratto avendo trovato un altro lavoro ha abbandonato la causa. Il suo legale Fabio Garaventa l´aveva basata su quanto recita il vocabolario che al termine «bastardo» attribuisce varie definizioni: ad esempio spurio, degenere, corrotto, ma scrive anche che si riferisce proprio agli incroci fra razze di animali, mentre la parola «meticcio» è attribuita alla razza umana. Le sue argomentazioni sono state disattese dal giudice. «E´vero che nel dizionario della lingua italiana il termine ´´bastardo´´ è riferito agli incroci di razze animali - ha scritto il magistrato - ma è altrettanto vero che, considerata l´estrinseca offensività del termine, per mantenere un cordiale rapporto con i cittadini proprietari di cani non di razza pura, sarebbe bastato un minimo di sensibilità e di gentilezza in più magari utilizzando aggettivi diversi in presenza del padrone dell´animale». E´ un po´ quanto sosteneva il Comune (presentatosi davanti al giudice con l´avvocato Patrizia Guglielmero) anche sulla base delle dichiarazioni di alcuni compagni di lavoro di Ratto ascoltati come testi. Avevano riferito di una scarsa collaborazione con loro da parte del giovane in prova e di un suo scarso entusiasmo nello svolgere l´attività che si era risolto con l´offendere una parte della comunità cittadina, quella appunto che possiede cani di origine incerta. Ad alcuni non aveva fatto piacere sentir definire «bastardo» il cucciolone tanto amato. Per il legale di Ratto definire ´´bastardo´´ un ´´meticcio´´ era stata solo una imperdonabile leggerezza e quindi era assurdo licenziare un lavoratore basandosi su generiche contestazioni. Ma gli animalisti possono esultare: la sensibilità per la difesa degli esseri a quattro zampe cresce ovunque, anche nelle aule giudiziarie. Ricordano che la Camera di recente ha approvato un decreto legge che prevede sanzioni penali per i maltrattamenti fisici: «Ora abbiamo un motivo in più per gioire: viene punito anche il maltrattamento verbale».

Scheda dettagli:

Data: 24 marzo 2003
Fonte/Casa Editrice: Volambiente
Categoria:
Sottocategoria:
Animali, protezione e vita

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