Da bambini viene insegnato che l'elefante africano si distingue da quello asiatico per le maggiori dimensioni delle sue orecchie, ma se non si corre presto ai ripari le prossime generazioni potranno non avere più paragoni da fare tra le due famiglie di grossi pachidermi. Il 28 e 29 giugno prossimi si terrà a Parigi (Francia) un simposio per discutere del rischio di estinzione che incombe sull'elefante africano. Lo ha annunciato il ministero dell'ambiente del Burkina Faso in una nota diffusa nel fine settimana e nella quale si precisa che nella capitale europa si riuniranno per due giorni sessanta delegati provenienti da 14 Paesi dell'Africa centrale e occidentale. L'incontro organizzato dal Fondo internazionale per la protezione degli animali e dalla Società nazionale per la protezione della Natura intende lanciare un allarme al mondo intero sulla rapida e invisibile sparizione del grosso pachiderma. Per far comprendere le dimensioni di questa minaccia recentemente sono state diffuse alcune statistiche relative alla presenza di elefanti nella Repubblica democratica del Congo dove dai 50.000 esemplari di cinque anni fa si è passati agli attuali 15.000. Solo poche centinaia vivono poi in Senegal, Burkina Faso e Guinea. "Se non si studierà al più presto una soluzione scompariranno totalmente dall'Africa nei prossimi anni" hanno detto gli organizzatori dell'incontro di Parigi, che in qualche modo sembrano collegare quest tendenza negativa con la riapertura del commercio internazionale d'avorio per alcuni Paesi africani (seppur parziale e calmierata dagli organismi internazionali).