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Aborto: la Donna ne Porta il Peso Psicologico per Cinque Anni
Per quanto diverse possano essere le ragioni e il contesto, decidere di abortire, per una donna è sempre una scelta drammatica, un evento che ne cambia irrimediabilmente la vita futura.
La scelta di rinunciare ad un figlio è normalmente seguita da un lungo strascico di sensi di colpa, stress, ansia, ecc. Alcuni ricercatori dell'Università di Oslo, in Norvegia, in collaborazione con colleghi norvegesi dell’ospedale Buskerud a Drammen, hanno indagato sulla durata e sull'intensità di tale stato emotivo, e hanno pubblicato gli esiti dell'indagine sulla rivista BMC Medicine.
L'esito dello studio parla chiaro: un aborto indotto getta la donna in una stato di prostrazione psicologica che dura all'incirca cinque anni, e ne condiziona pesantemente l'esistanza.
I ricercatori hanno confrontato la reazione emotiva di donne che avevano subito un aborto spontaneo con quella delle donne che avevano scelto personalmente di interrompere la gravidanza. Gli psicologi hanno somministrato ai due campioni alcuni questionari per la valutazione della reazione psicologica all’evento. Le donne hanno risposto ai test a distanza di 10 giorni, sei mesi, due e cinque anni dall'aborto.
Ebbene: sia l'aborto spontaneo che quello programmato si sono rivelati due eventi drammatici, ansiogeni e stressanti per le donne, ma mentre il campione dell'aborto spontaneo recuperava la stabilità emotiva entro pochi mesi, il campione delle donne che avevano scelto di abortire portava il peso della propria scelta per un periodo di anche cinque anni.
I livelli di stress, ansia, angustia, preoccupazione, pena si sono rivelati maggiori rispetto alle altre donne nel periodo che va dai sei mesi successivi all'evento, fino ai 5 anni dopo. Si sono mantenuti alti anche i livelli di senso di vergogna e gli sforzi per rimuovere il ricordo e il pensiero della vicenda.
La scelta di rinunciare ad un figlio è normalmente seguita da un lungo strascico di sensi di colpa, stress, ansia, ecc. Alcuni ricercatori dell'Università di Oslo, in Norvegia, in collaborazione con colleghi norvegesi dell’ospedale Buskerud a Drammen, hanno indagato sulla durata e sull'intensità di tale stato emotivo, e hanno pubblicato gli esiti dell'indagine sulla rivista BMC Medicine.
L'esito dello studio parla chiaro: un aborto indotto getta la donna in una stato di prostrazione psicologica che dura all'incirca cinque anni, e ne condiziona pesantemente l'esistanza.
I ricercatori hanno confrontato la reazione emotiva di donne che avevano subito un aborto spontaneo con quella delle donne che avevano scelto personalmente di interrompere la gravidanza. Gli psicologi hanno somministrato ai due campioni alcuni questionari per la valutazione della reazione psicologica all’evento. Le donne hanno risposto ai test a distanza di 10 giorni, sei mesi, due e cinque anni dall'aborto.
Ebbene: sia l'aborto spontaneo che quello programmato si sono rivelati due eventi drammatici, ansiogeni e stressanti per le donne, ma mentre il campione dell'aborto spontaneo recuperava la stabilità emotiva entro pochi mesi, il campione delle donne che avevano scelto di abortire portava il peso della propria scelta per un periodo di anche cinque anni.
I livelli di stress, ansia, angustia, preoccupazione, pena si sono rivelati maggiori rispetto alle altre donne nel periodo che va dai sei mesi successivi all'evento, fino ai 5 anni dopo. Si sono mantenuti alti anche i livelli di senso di vergogna e gli sforzi per rimuovere il ricordo e il pensiero della vicenda.