Notizie
6 Aprile 1992 - 6 Aprile 2002: 10 Anni dalla Guerra in Bosnia Erzegovina
L'EUROPA OLTRE I CONFINI - L'EUROPA DAL BASSO
Dieci anni fa l’inizio della guerra in Bosnia Erzegovina. Torniamo a Sarajevo dal 4 al 7 aprile 2002. Per la pace, la convivenza, lo sviluppo equilibrato dei Balcani. Per la loro integrazione nell’Unione Europea.
Il 6 aprile del 1992 iniziava a Sarajevo e in Bosnia Erzegovina una guerra che avrebbe provocato – con la pulizia etnica e la devastazione sociale dei territori - decine di migliaia di vittime e milioni di profughi. Da quasi un anno era iniziata la guerra in ex Jugoslavia che già aveva coinvolto la Slovenia, la Croazia, la Serbia. Sarajevo sarebbe stata sotto assedio per più di 1.000 giorni. Nei tre anni e mezzo di guerra, a partire dal 6 aprile del 1992, migliaia di volontari e di attivisti italiani ed europei si sono recati nelle aree di conflitto per portare aiuti umanitari, praticare il pacifismo concreto e la diplomazia dal basso, sostenere le forze antinazionaliste e multietniche di tutta la ex Jugoslavia. In questo modo è emersa la volontà concreta di una società civile italiana ed europea impegnata per la pace, la solidarietà, la convivenza, per una idea dell’Europa fondata sui valori della cooperazione e dell’integrazione che aiutino a superare i muri – sociali, economici, culturali - che dividono l’Europa. Ancora oggi.
Recentemente il Sindaco di Sarajevo ha ricordato: “Dopo la caduta del muro di Berlino, l’Europa sta costruendo nuovi muri verso l’Est”. I volontari e gli operatori di pace che si sono impegnati a Sarajevo e in Bosnia dopo il 6 aprile del 1992, sono ancora oggi attivi per smontare questi nuovi muri. Nei Balcani la pace non è ancora stata costruita, il nazionalismo non è stato sconfitto, la convivenza non è stata ristabilita, molti profughi non sono tornati alle loro case, le economie sono ancora dissestate, molte tensioni interetniche non si sono dissolte. Ecco perché non dobbiamo abbandonare i Balcani al loro destino e pensare che il rischio di nuove guerre sia veramente scongiurato. La strada è que lla della pressione sulle istituzioni locali nazionali ed europee e dell’iniziativa concreta per l’affermazione della democrazia e dello sviluppo locale, della riconciliazione e della cittadinanza, dell’integrazione europea. Questo è il momento di rilanciare l’impegno per la pace, la cooperazione, l’integrazione dei Balcani in un’Europa della cittadinanza.
Dal 4 al 7 aprile del 2002 torneremo – a dieci anni dall’inizio della guerra - in Bosnia Erzegovina ed a Sarajevo. Ci torneremo insieme a tanti rappresentanti del volontariato, dell’associazionismo, degli Enti locali. Per rilanciare l’impegno dell’integrazione dei Balcani nell’Unione Europea e per proporre l’idea di un’ “Europa dal basso”, per dar vita ad un network euro-balcanico di associazioni, organizzazioni sociali, ong per costruire insieme una diversa idea dell’Europa fondata sulla cittadinanza, l’inclusione sociale, i diritti umani, la pace.
Aderiscono, al 12 febbraio 2002: Vittorio Agnoletto - Responsabile Scientifico Lila CEDIUS Tom Benetollo - Presidente dell’Arci don Albino Bizzotto - Beati i Costruttori di Pace Luigi Bobba - Presidente delle ACLI don Luigi Ciotti - Gruppo Abele Nicoletta Dentico - Direttrice di Medici Senza Frontiere Leonardo Domenici - Presidente dell'ANCI Flavio Lotti - Coordinatore della Tavola della Pace Giulio Marcon - Presidente Consorzio Italiano di Solidarietà Sergio Marelli - Presidente dell’Associazione delle ONG italiane Gianfranco Martini - Presidente della Associazione delle Agenzie delle Democrazie Locali Michele Nardelli - Osservatorio sui Balcani Edo Patriarca - Portavoce del Forum del Terzo Settore Ermete Realacci - Presidente di Legambiente Gianni Rocco - Portavoce dell’Associazione per la Pace Soana Tortora - Presidente IPSIA Graziano Zoni - Presidente di Emmaus Italia.
L’Appello per l’Integrazione dei Balcani in Europa
Una delle azioni intraprese nel maggio del 2001 dall’Osservatorio sui Balcani – insieme al Consorzio Italiano di Solidarietà e al Comune di Sarajevo – riguarda la promozione di un appello intitolato "L'Europa oltre i confini. Per un'integrazione dei Balcani nell'Unione Europea: certa, sostenibile, dal basso". Fino al mese di settembre abbiamo raccolto le prime 100 firme tra politici, intellettuali, artisti, ecc, sia in Italia che nei Balcani. Tra queste: mons. Giancarlo Bregantini, Walter Veltroni, Paolo Costa, Massimo Cacciari, Renzo Imbeni, Achille Occhetto, Aldo Bonomi, Flavio Lotti, Marco Revelli, Paolo Rumiz, Marco Paolini, padre Alex Zanotelli.
Il 24 settembre abbiamo presentato ufficialmente l'appello a Roma: prima in Campidoglio in presenza del Sindaco Veltroni e del Sindaco di Sarajevo Hamamdzic, poi in Senato, in un incontro a porte chiuse con alcuni senatori e con il sen. Lamberto Dini. Il 5 ottobre l’Appello è stato privatamente introdotto al Presidente Romano Prodi, che vista la sua carica non ha chiaramente potuto firmare, ma si è detto completamente d'accordo con l'impostazione del testo e le caratteristiche dell'azione. Invitato a presenziare alla presentazione ufficiale nei Balcani - prevista per il 6 aprile a Sarajevo - si è detto compiaciuto e disponibile.
Per il programma e informazioni relative a come partecipare all'incontro, visitate l'Osservatorio sui Balcani all'indirizzo riportato sotto.
Dieci anni fa l’inizio della guerra in Bosnia Erzegovina. Torniamo a Sarajevo dal 4 al 7 aprile 2002. Per la pace, la convivenza, lo sviluppo equilibrato dei Balcani. Per la loro integrazione nell’Unione Europea.
Il 6 aprile del 1992 iniziava a Sarajevo e in Bosnia Erzegovina una guerra che avrebbe provocato – con la pulizia etnica e la devastazione sociale dei territori - decine di migliaia di vittime e milioni di profughi. Da quasi un anno era iniziata la guerra in ex Jugoslavia che già aveva coinvolto la Slovenia, la Croazia, la Serbia. Sarajevo sarebbe stata sotto assedio per più di 1.000 giorni. Nei tre anni e mezzo di guerra, a partire dal 6 aprile del 1992, migliaia di volontari e di attivisti italiani ed europei si sono recati nelle aree di conflitto per portare aiuti umanitari, praticare il pacifismo concreto e la diplomazia dal basso, sostenere le forze antinazionaliste e multietniche di tutta la ex Jugoslavia. In questo modo è emersa la volontà concreta di una società civile italiana ed europea impegnata per la pace, la solidarietà, la convivenza, per una idea dell’Europa fondata sui valori della cooperazione e dell’integrazione che aiutino a superare i muri – sociali, economici, culturali - che dividono l’Europa. Ancora oggi.
Recentemente il Sindaco di Sarajevo ha ricordato: “Dopo la caduta del muro di Berlino, l’Europa sta costruendo nuovi muri verso l’Est”. I volontari e gli operatori di pace che si sono impegnati a Sarajevo e in Bosnia dopo il 6 aprile del 1992, sono ancora oggi attivi per smontare questi nuovi muri. Nei Balcani la pace non è ancora stata costruita, il nazionalismo non è stato sconfitto, la convivenza non è stata ristabilita, molti profughi non sono tornati alle loro case, le economie sono ancora dissestate, molte tensioni interetniche non si sono dissolte. Ecco perché non dobbiamo abbandonare i Balcani al loro destino e pensare che il rischio di nuove guerre sia veramente scongiurato. La strada è que lla della pressione sulle istituzioni locali nazionali ed europee e dell’iniziativa concreta per l’affermazione della democrazia e dello sviluppo locale, della riconciliazione e della cittadinanza, dell’integrazione europea. Questo è il momento di rilanciare l’impegno per la pace, la cooperazione, l’integrazione dei Balcani in un’Europa della cittadinanza.
Dal 4 al 7 aprile del 2002 torneremo – a dieci anni dall’inizio della guerra - in Bosnia Erzegovina ed a Sarajevo. Ci torneremo insieme a tanti rappresentanti del volontariato, dell’associazionismo, degli Enti locali. Per rilanciare l’impegno dell’integrazione dei Balcani nell’Unione Europea e per proporre l’idea di un’ “Europa dal basso”, per dar vita ad un network euro-balcanico di associazioni, organizzazioni sociali, ong per costruire insieme una diversa idea dell’Europa fondata sulla cittadinanza, l’inclusione sociale, i diritti umani, la pace.
Aderiscono, al 12 febbraio 2002: Vittorio Agnoletto - Responsabile Scientifico Lila CEDIUS Tom Benetollo - Presidente dell’Arci don Albino Bizzotto - Beati i Costruttori di Pace Luigi Bobba - Presidente delle ACLI don Luigi Ciotti - Gruppo Abele Nicoletta Dentico - Direttrice di Medici Senza Frontiere Leonardo Domenici - Presidente dell'ANCI Flavio Lotti - Coordinatore della Tavola della Pace Giulio Marcon - Presidente Consorzio Italiano di Solidarietà Sergio Marelli - Presidente dell’Associazione delle ONG italiane Gianfranco Martini - Presidente della Associazione delle Agenzie delle Democrazie Locali Michele Nardelli - Osservatorio sui Balcani Edo Patriarca - Portavoce del Forum del Terzo Settore Ermete Realacci - Presidente di Legambiente Gianni Rocco - Portavoce dell’Associazione per la Pace Soana Tortora - Presidente IPSIA Graziano Zoni - Presidente di Emmaus Italia.
L’Appello per l’Integrazione dei Balcani in Europa
Una delle azioni intraprese nel maggio del 2001 dall’Osservatorio sui Balcani – insieme al Consorzio Italiano di Solidarietà e al Comune di Sarajevo – riguarda la promozione di un appello intitolato "L'Europa oltre i confini. Per un'integrazione dei Balcani nell'Unione Europea: certa, sostenibile, dal basso". Fino al mese di settembre abbiamo raccolto le prime 100 firme tra politici, intellettuali, artisti, ecc, sia in Italia che nei Balcani. Tra queste: mons. Giancarlo Bregantini, Walter Veltroni, Paolo Costa, Massimo Cacciari, Renzo Imbeni, Achille Occhetto, Aldo Bonomi, Flavio Lotti, Marco Revelli, Paolo Rumiz, Marco Paolini, padre Alex Zanotelli.
Il 24 settembre abbiamo presentato ufficialmente l'appello a Roma: prima in Campidoglio in presenza del Sindaco Veltroni e del Sindaco di Sarajevo Hamamdzic, poi in Senato, in un incontro a porte chiuse con alcuni senatori e con il sen. Lamberto Dini. Il 5 ottobre l’Appello è stato privatamente introdotto al Presidente Romano Prodi, che vista la sua carica non ha chiaramente potuto firmare, ma si è detto completamente d'accordo con l'impostazione del testo e le caratteristiche dell'azione. Invitato a presenziare alla presentazione ufficiale nei Balcani - prevista per il 6 aprile a Sarajevo - si è detto compiaciuto e disponibile.
Per il programma e informazioni relative a come partecipare all'incontro, visitate l'Osservatorio sui Balcani all'indirizzo riportato sotto.


