Glossario de “La Dottrina Segreta”
TITANI
(Gr.) - Giganti di origine divina nella mitologia Greca, che fecero guerra agli dei. La rivolta dei Titani, raccontata da Esiodo nella Teogonia, è la lotta per la supremazia fra i figli di Urano e Gea da una parte, e quelli di Crono dall'altra: è l'eterna lotta fra l'uomo di carne e l'uomo interno, spirituale. La guerra fra i Titani è la stessa cosa che la Guerra in Cielo fra Sura ed Asura, la terribile lotta fra i Figli di Dio ed i Figli delle Tenebre, fra gli Angeli fedeli e gli Angeli ribelli, ecc. Probabilmente si tratta di un fatto puramente astronomico e cosmico, un modo di rappresentare i calcoli relativi a lunghi periodi di tempo. Anche i Titani sono considerati Spiriti che popolano la Terra, Modellatori ed Architetti dei mondi, Progenitori degli Uomini. Ai Cabiri-Titani Diodoro attribuisce l'invenzione del fuoco e l'arte di lavorare il ferro. Ad esso è anche attribuita la invenzione delle lettere, delle leggi, dell'architettura, della magia, dell'uso delle piante medicinali. Talvolta vengono citati con il nome di Telchini. Prometeo era uno di loro e fu precipitato nel Tartaro da Zeus proprio per aver portato agli uomini qualcosa che era prerogativa solo degli Dei. Vi sono delle teorie che vorrebbero fare dei Titani semplici simboli, rappresentanti di forze cosmiche, ma sembra proprio siano stati veri e propri esseri umani, anche se di statura e forza ben superiore. Urano mutilato da Crono è l'allegoria dei Titani che caddero nella generazione quando la creazione mediante la volontà fu sostituita dalla procreazione fisica: pertanto non vi era più bisogno di Urano. Nel Pentateuco li troviamo come nati dal Cielo e dalla Terra (Urano e Gea), o meglio Figli di Dio che presero in moglie le belle figlie degli uomini. I Giganti, i Titani e tutte le altre figure leggendarie loro assimilabili, sono rispettati come Deva in tutte le religioni, fatta salva quella cristiana che li considera Demoni, solo perchè sono considerati gli avversari del clero, del ritualismo, dei sacrifici, delle formalità. Considerati identici ai Cabiri, ai Kumara, ai Sette Reggenti, ai Rudra, ecc., debbono il loro nome a "Tit-Ain", che significa "le fonti dell'abisso del caos". Inizialmente erano considerati sei, poi divennero sette, vengono collegati con il Diluvio (tit-Theus) e da Sanchuniaton vengono chiamati "Adoratori del Fuoco). Secondo Orfeo, i Titani Architi sono: Coio, Croeo, Forco, Crono, Oceano, Iperione e Giapeto. In una successiva manifestazione, vengono considerati figli di Titea, moglie di Noè, assumendo così il ruolo dei Manu. Cabiri e Titani sono anche considerati gli Antenati lunari. L'esistenza dei Titani, spesso messa in dubbio, sembrerebbe confermata dagli studi antropologici e fisiologici: essi sarebbero i Giganti del Genesi, ma anche gli Atlantiani storici, i Lanka. Pare che anche i membri della famiglia di Noè, secondo Faber, avessero l'appellativo di Titani e lo stesso patriarca venisse chiamato Atlante, o Titano. Altra leggenda racconta che i Titani prendono il nome dalla madre Titea (altro nome di Gea), ed erano dodici: sei maschi e sei femmine (Oceano e Teti, Iperione e Tea, Crono e Rea, ecc.). Da Crono e Rea nasce la stirpe degli Olimpi, dalle altre cinque coppie nasce la serie delle divinità secondarie. Essa prosegue raccontando che i Titani, aizzati da Giunone, presero Bacco fanciullo, lo tagliarono a pezzi e lo divorarono. Ma Giunone riuscì a salvare il cuore e lo portò a Giove che, dopo averlo inghiottito diede alla luce un altro Bacco, il Tebano, e nel contempo fulminò i Titani. Dalla loro cenere nacquero gli uomini che, avendo doppia natura (il male dai Titani ed il bene da Bacco), non smetteranno mai di combattersi fra di loro. Anche questa leggenda si ricollega alla cosmogonia ed alla antropogonia fornendo una versione diversa.