Glossario de “La Dottrina Segreta”
SCARABEO
- In Egitto era il simbolo della resurrezione ed anche della rinascita - di resurrezione per la mummia o, meglio, per gli aspetti più elevati della personalità che l'animava, e di rinascita per l'Ego, il "corpo spirituale" dell'Anima umana inferiore. Gli Egittologi ci danno solo mezza verità quando, speculando sul significato di alcune iscrizioni, dicono che "la anima giustificata, una volta arrivata ad un certo periodo delle sue peregrinazioni (semplicemente alla morte del corpo fisico) doveva essere unita al suo corpo (cioè, all'Ego), e non essere mai più separata da esso" (Rougè). Cos'è questo cosiddetto corpo? Non può essere la mummia, perchè il corpo svuotato e mummificato non può risorgere. Può essere solo la veste spirituale, eterna, l'EGO, che non muore mai, ma dà l'immortalità a chiunque diventa unito con esso. "L'Intelligenza liberata (che) riprende il suo corpo luminoso e (ri)diventa Daimon", come dice il Prof. Maspero, è l'Ego spirituale. L'Ego personale, o Kama-Manas, il suo raggio diretto, o l'anima inferiore, è quello che aspira a diventare Osiridificato, cioè ad unire se stesso con il suo "dio"; e la parte di esso che avrà successo nel fare questo, non sarà mai più separato da lui (il dio), neppure quando quest'ultimo ritornerà più e più volte in incarnazione, discendendo periodicamente sulla terra nel suo pellegrinaggio, in cerca di nuove esperienze e seguendo i decreti del Karma. Khem, "il seminatore del seme" è mostrato su una stele, in una immagine della Resurrezione dopo la morte fisica, come il seme del chicco di grano che, dopo il disfacimento, spunta di nuovo come spiga nuova sulla quale vi è in equilibrio uno scarabeo; e Deveria dice molto giustamente che "Path è la forma inerte, materiale di Osiride che diventerà Sokari (l'Ego eterno) per rinascere, per poi essere Harmacus", o Horo, nella sua trasformazione, il dio risorto. La preghiera tanto spesso rinvenuta nelle iscrizioni tombali, "l'augurio per la resurrezione di un'anima vivente" o l'Ego Superiore, ha sempre alla fine uno scarabeo che sta per l'anima personale. Lo scarabeo è il più onorato ed anche il più frequente e familiare, di tutti i simboli Egiziani. Nessuna mummia è senza parecchi di essi; e l'ornamento prediletto sulle incisioni, sui mobili, sugli utensili domestici, è lo scarabeo sacro. Nel suo Libro dei Morti, Pierret mostra con molta pertinenza che il significato segreto di questo geroglifico è sufficientemente spiegato dal fatto che il nome Egiziano per lo scarabeo è Kepher e significa essere, divenire, ricostruire. In egizio era detto "khopiroo" (dal verbo Khoproo, che significa divenire, rinascere) e nella simbologia egizia aveva lo stesso significato dell'uovo, la rinascita dell'uomo, la sua rigenerazione spirituale. Spesso viene rappresentato alato, con lo stesso significato del globo alato, che ha lo stesso significato dell'uovo fluttuante sopra la mummia. Lo scarabeo alato è uno sviluppo ulteriore del globo alato, ed era il simbolo del continuo divenire dell'uomo attraverso le varie peregrinazioni e reincarnazioni dell'anima liberata. Era l'emblema della vita umana nel suo significato più esteso.