Glossario de “La Dottrina Segreta”
RABBINO SHABBETAI ZEVI
- Nacque a Smirne nel 1626, da padre greco di probabile origine ashkenazi, che dapprima fu mercante di polli, poi agente di commercianti inglesi ed olandesi, diventando molto ricco. Shabbetai a 15 anni lasciò la yeshivah, cominciando una vita di solitudine e di astinenza riempita solo dallo studio, da autodidatta. Dotato di innata vita interiore, controllò perfettamente tutte le tentazioni sessuali, dedicandosi esclusivamente allo studio della Cabala. Dal 1642 al 1648 visse in quasi completa solitudine, manifestando gravi scompensi psichici. Fasi di profonda depressione e di malinconia si alternavano ad altre di esaltazione maniaca e di euforia, inframezzate da periodi di normalità; rimase così per tutta la vita. Durante i periodi di illuminazione egli si sentiva spinto a commettere atti contrari alla legge religiosa; eseguiva riti strani e bizzarri, facendo improvvise innovazioni e soprattutto aveva inclinazione a pronunciare il Tetragrammaton. Nei periodi di malinconia, si ritirava in solitudine, e lottava contro le potenze demoniache, dalle quali si sentiva sopraffatto. Verso il 1646 si sposò due volte, senza consumare il matrimonio, e quindi divorziò. In questo periodo si proclamò Messia ma nessuno lo prese sul serio, essendo note le sue condizioni di salute. Era bello ed aveva doti musicali, per cui gli amici non gli mancavano e su di essi egli esercitava un forte magnetismo personale. Cominciò a parlare di un "mistero della Divinità", di un "Dio della sua fede" al quale si sentiva intimo e legato. Pare abbia avuto anche esperienze di levitazioni, ma è certo che i Rabbini lo espulsero da Smirne. Vagò allora per la Grecia e la Tracia, ma a seguito di altri atti intollerabili fu espulso anche da quei luoghi. A Costantinopoli fece amicizia con Habillo, un cabalista fenomeno, con il quale compì altri atti contrari alla legge e fu nuovamente espulso. Tornò a Smirne, dove visse molto ritirato, per poi trasferirsi a Gerusalemme nel 1662. Inviato al Cairo nel 1663, come emissario, svolse la sua missione con discreto successo, e lì si legò al Circolo di Chelebi, capo della comunità ebraica egiziana. In uno dei suoi strani momenti, sposò una ragazza di dubbi costumi, che a sua volta raccontava storie bizzarre sulla sua vita. Seguì un periodo di relativa normalità. Nel 1665 si recò a Gaza per incontrare un miracoloso uomo di Dio, un medico della anima che poteva aiutarlo: Nathan di Gaza. Questi, invece di aiutarlo a guarire, influenzato dalle notizie che in precedenza aveva avuto di Shabbetai, lo incoraggiò a proclamarsi Messia. In occasione di una festa, Nathan cadde in trance ed annunciò l'alta missione di Shabbetai. L'annuncio messianico si sparse con grande rapidità in tutta la Palestina, ma incontrò l'ostilità dei rabbini. Lo stesso Shabbetai si recò a Gerusalemme dove, girando a cavallo, conquistò diversi rabbini; ma in breve egli fu bandito dalla città assieme al suo amico e profeta Nathan. Tornarono al Cairo, da dove sparsero notizie straordinarie su presunti miracoli, provocando un fenomeno di massa dalle dimensioni incalcolabili ed incontrollabili. Shabbetai ritornò a Smirne, dove riprese a praticare le sue stranezze, questa volta con il seguito di imponenti masse. I Rabbini volevano processarlo e cacciarlo via, ma fu lui ad aggredirli ed a recitare una scena eccezionale con la Torah in mano, davanti all'Arca. Il movimento al suo seguito aveva ormai coperto larga parte del Medio Oriente, quando il gran visir di Costantinopoli, Ahmed Kuprili, lo fece arrestare come pericolo per la quiete pubblica. Messo davanti alla scelta di essere condannato a morte o di convertirsi all'Islam Shabbetai prese il turbante e divenne un convertito illustre, cui fu assegnata una lauta pensione reale. Molti dei credenti che lo avevano accompagnato lo seguirono nell'apostasia e Shabbetai riuscì a condurre una doppia vita, compiendo i doveri di musulmano ed osservando gran parte del rituale ebraico. Visse gli ultimi anni della sua vita ad Adrianopoli e morì cinquantenne nel 1676. Abbiamo voluto raccontare questa storia, sfoltendola di molti particolari straordinariamente belli, per mettere in guardia i creduloni dai Messia.