sab, 06 settembre 2025

Glossario de La Dottrina Segreta

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Glossario de “La Dottrina Segreta”

PAROLA

(Occ.) - Dal latino "parabola", poi paravula, paraula e quindi "parola". Originariamente era l'insegnamento, il discorso e, con l'avvento del Cristianesimo, la spiegazione domenicale del Vangelo. Lentamente divenne un motto, un detto, poi qualsiasi voce articolata che esprimeva un concetto, sostituendosi in tal modo al latino "verbum" il quale rimase solo come termine religioso. Genericamente, la parola è definita come un complesso di fonemi (suoni articolati), ma anche un singolo fonema (e relativa trascrizione in segni grafici), mediante i quali l'uomo esprime una nozione generica che si precisa e determina nel contesto di una frase. Nelle religioni primitive ed arcaiche, la parola equivale alla cosa che indica, in quanto ne evoca la realtà. Per tale motivo non si potevano pronunciare i nomi di determinate cose sacre o proibite. Nelle formule rituali, o magiche, l'efficacia deriva dalla parola in sè, per cui esse mantengono le stesse parole, malgrado i cambiamenti della lingua parlata. Questa è la ragione per cui le formule rituali sono oggi incomprensibili. Pronunciare una parola è evocare un pensiero e renderlo presente. La potenza magnetica della parola umana è il principio di ogni manifestazione del Mondo Occulto. Quando si nomina una cosa, mediante la parola, si pone la cosa sotto l'influsso di una o più Potenze Occulte. La parola può essere una benedizione o una maledizione, la sua potenza risiede nelle lettere che la compongono e nei numeri che ad esse corrispondono. Ogni lettera, infatti, ha il proprio significato occulto e la propria base logica; essa è causa ed effetto di una causa precedente e la combinazione delle lettere produce assai spesso potenti effetti magici. L'efficacia più occulta e formidabile risiede nelle vocali. Per gli Indù, la dea della parola è Sarasvati. Hermes è l'emblema della parola che crea ed interpreta tutto; Porfirio insegnava che la Parola di Hermes è il Principio seminale sparso per tutto l'Universo. Talvolta la parola viene paragonata al cubo perchè il suo potere può prevalere anche senza gambe e braccia (il cubo assomiglia al tronco umano). Le "cinque parole" di Brahma sono state riprese dagli Gnostici con le cinque parole: Zama, Zama Ozza Rachama Ozai. Maccheronicamente esse sono state tradotte "la veste, la gloriosa veste della mia forza", ma in realtà esse sono l'anagramma mascherato dei cinque Poteri mistici rappresentati sulla veste dell'Iniziato "risorto" dopo la sua ultima prova di tre giorni di trance. I cinque, poi, diventano sette dopo la sua "morte", ovvero quando l'Adepto entra nel Nirvana. Nei Salmi, la parola è definita "un coltello acuto", mentre S.Paolo dice che la parola di Dio è viva ed efficace ed è più acuta e penetrante di qualunque coltello a due tagli. In realtà, le ferite che si possono infliggere con la parola sono le più gravi e le più inguaribili. Dice Steiner che "fa più male ciò che esce dalla bocca che ciò che entra". Pitagora teneva quanti chiedevano di entrare alla sua scuola nel silenzio per cinque anni e definiva il parlare piacevole ed elegante "mettere il cibo nel pitale".