Glossario de “La Dottrina Segreta”
PANTEISMO
- dal greco "pan"=tutto e "Theos"=Dio, ovvero Dio è in tutto, una dottrina che identifica in vario modo Dio ed il mondo. Si tratta di una dottrina molto antica che inizia con il risolvere interamente il mondo in Dio, come sua manifestazione (panteismo acosmistico). Troviamo questi concetti nei Veda e poi nel Neoplatonismo. Più recente è il panteismo ateistico, rappresentato dalla scuola stoica, il quale considera il Divino come una forza, una energia, un soffio vitale che anima il mondo dall'interno, con ovvia conclusione naturalistica, o materialistica. Il panteismo neoplatonico influenzò i pensatori del Rinascimento e ne troviamo traccia in Eckart, Cusano, Gioberti e, soprattutto, in Giordano Bruno. Ma è in Spinoza che il panteismo trova la sua più coerente e sistematica esposizione. Egli unisce la tradizione neoplatonica della Qabbalah con le tradizioni moderne del naturalismo, del deismo e del materialismo dei libertini, per giungere ad una totale confutazione dei concetti di persona divina, di creazione e di libertà del volere. Il mondo e la sostanza divina si identificano nell'unità geometrica di un Ordine di cui le cose e gli esseri singoli sono puri modi transeunti. Questo panteismo avrà grande sviluppo in Germania, soprattutto con Goethe, portando avanti il pensiero di Spinoza verso una identificazione della "sostanza" spinoziana con il "noumeno" kantiano ed una coincidenza dinamica di "finito" ed "infinito". Fichte e Schelling cercano di conciliare il panteismo con la libertà del volere, mentre Hegel conclude il discorso sostenendo l'unità di finito ed infinito, di Mondo e Dio. Ciò non vuol dire che il particolare reale coincide con l'infinito, bensì che il movimento dialettico del reale è in ogni momento manifestazione della totalità razionale e del suo infinito sviluppo. Con il tramonto dell'idealismo, il problema del panteismo ha perso gran parte della sua importanza. Il Panteismo è spesso contrastato dalle persone che lo considerano riprovevole. Ma come può un filosofo guardare alla Divinità come infinita, onnipresente ed eterna, a meno che la Natura non sia un aspetto di ESSA, ed ESSA non informi ogni atomo della Natura ?