Glossario de “La Dottrina Segreta”
ASTARTE
(Gr.) - Femminile del nome Astar, o meglio Ashtar, proprio della divinità protosemitica forse in origine dio del cielo come sdoppiamento di El, la suprema divinità celeste. Astarte è in rapporto con la vita della vegetazione e della natura, la cui continuità essa assicura con la morte alterna delle figure rappresentanti la stagione umida e quella secca; dea della vita e della morte, dell'amore e della guerra. È la Signora dei Cieli, la Sovrana degli Dei, grandemente onorata assimilata ad Asherat, la paredra di El, l'Esse supremo celeste dei Semiti. In tutto l'antico oriente ebbe culto licenzioso, talvolta sanguinario, e fu diffusa nel mondo allora conosciuto dai Fenici. I Greci la adorarono come Afrodite, sposa di Ares, dandole le caratteristiche della bellezza che rapisce ed incanta e togliendo gli aspetti più crudi. I Romani la identificarono con Venere, principio universale di vita. È importante notare che il processo di umanizzazione e di idealizzazione mancò in Oriente, mentre fu abbastanza spinto in Occidente. Gli Ebrei la aborrivano al punto da storpiarne il nome per chiamare Astarotte il demone dell'impudicizia. Gilgamesh rimprovera ad Astarte di trasformare i suoi amanti in animali, come poi farà Circe, Hammurabi la invoca come 'signora della battaglia', mentre gli Assiri la onorano come dea della guerra, raffigurata armata a cavallo di un leone. Nel Medio Eufrate, Astarte dà le insegne del potere al Re, Altrove è sorella di Ereshkigal (regina dell'inferno), o sorella di Shamash, sole donatore di luce; a Uruk è dea dell'amore, paredra di Anu. Come Lucifero (Venere del mattino) è dio della guerra, come Venere della sera è dio dell'amore. I Fenici la adoravano come Vergine del mare, mentre in Siria era Ad-ar-gat, consorte di Ad-on. Esotericamente è la Luna, o una Dea lunare mentre come Venere-Afrodite è il potere generatore della Natura. È la forza d'amore che penetra tutto l'universo e lo feconda, o il principio del concepire e del partorire. Fra gli animali le erano consacrati piccioni, granchi ed anche leoni, fra i frutti, il melograno. La parte più singolare del suo culto, almeno nei primi tempi quando l'idealizzazione era scarsa, consisteva in orge oscene e sfrenate. I sacerdoti di Astarte erano eunuchi vestiti da donna e si chiamavano sacri, ovvero bagascioni, mentre le donne sacre erano delle prostitute che si offrivano pubblicamente per arricchire il tempio della propria Dea. I luoghi consacrati al suo culto erano in modo particolare giardini ricchi di alberi frondosi.