Guarirsi con le tecniche sciamaniche: la Caccia all’Anima
Dal passato remoto delle culture sciamaniche una tecnica che si lega perfettamente con la visione quantistica contemporanea
Oggi si assiste alla tendenza di considerare “avanguardia” una certa prospettiva dell’uomo e del mondo che in realtà è sempre esistita ed è ancora mantenuta in popolazioni che tramandano oralmente conoscenze e tradizioni connesse al sentirsi parte della Natura, né più in alto né più in basso.
In questa prospettiva, ad es., ciò che è sacro per l’individuo, ha un corrispettivo nel mondo della Natura, in cui vivono migliaia di altri esseri viventi. L’essere umano e l’ambiente fanno parte della spessa totalità (ecco perché si cura ancora con le erbe, i cristalli o altre risorse naturali). E la visione dell’individuo non è scissa, come nel mondo occidentale. E’ conoscenza comune, in molte culture tradizionali, che l’individuo non è un insieme di parti separate (corpo, mente, coscienza), ma un’unica totalità, quindi anche quando apparentemente solo il corpo accusa dei disturbi, si interviene sia sul piano fisico, sia sul piano emozionale, sia sul piano energetico che sul piano spirituale perché tutto è connesso: Tutto è Uno e Uno è Tutto.
Dalle nostre personali esperienze e viaggi in terre e culture lontane sparse su tutto il pianeta, abbiamo appreso quanto sia grande la capacità del nostro spirito di fare esperienza e quanto altrettanto grandi possano essere gli ostacoli che la nostra mente pone, coi suoi condizionamenti ed automatismi.
Fin quando si prendono in considerazione solo le manifestazioni mentali e/o corporee, tagliando fuori dall’individuo il suo vero motore vitale e cioè, il suo piano cosciente o spirituale, che utilizza l’esperienza concreta per evolversi, e che è intenzionalità pura, si rischia di rimanere nella dualità corpo-mente e perdere tempo ed energie inseguendo una unione e armonia interiore che non è possibile trovare.
Lo spirito non è vincolato da limiti, a differenza degli altri due piani esperienziali.
Non esiste l’eventualità di “non potere”, bensì semmai quella di “non volere”: ogni individuo è potenzialmente capace di scegliere consapevolmente come manifestarsi nella vita, se credere ai propri problemi o cavalcare le opportunità di cambiamento e guarigione potenzialmente presenti in ogni esperienza quotidiana.
Nei nostri molteplici viaggi esperienziali in giro per il mondo, abbiamo incontrato molti maestri di crescita, sciamani che ci hanno permesso ad esempio di sperimentare tecniche di guarigione che ancora oggi vengono praticate da molte popolazioni, come la “Caccia all’Anima” o “Viaggio sciamanico”, oppure modi di lavoro con l’energia per riportare equilibrio e armonia nell’individuo. La tecnica della Caccia all’Anima, o recupero dell’anima ad esempio, parte dal presupposto che qualsiasi trauma psicologico o fisico, o evento spiacevole, innesca, come meccanismo di difesa nei confronti della sofferenza emozionale un “distacco di una parte d’anima”, minando l’integrità della persona.
Questa tecnica è presente da millenni in molte culture tradizionali del nostro pianeta, sia orientali che nell’America precolombiana. Essa permette all’individuo di recuperare questi pezzi d’anima “ripuliti” dalla sofferenza, attraverso un viaggio in una dimensione “più allargata” della realtà, una realtà parallela a quella quotidiana e ordinaria, e l’uso della “trance dance” per radicare nel corpo quanto vissuto nella dimensione parallela del viaggio sciamanico.
Nel seminario Caccia all’anima, noi insegniamo proprio questo modo antico di lavoro personale, per iniziare il recupero della propria integrità e totalità. Questo lavoro porta inevitabilmente cambiamenti, trasformazioni e quindi guarigioni che la mente non può prevedere e che si manifestano nella realtà concreta e quotidiana. La bella notizia è che, una volta imparata la tecnica del recupero di proprie parti d’anima durante il seminario, ognuno sarà perfettamente in grado di continuare ad usare questo strumento in modo autonomo e nel proprio spazio di vita.
In questa prospettiva, ad es., ciò che è sacro per l’individuo, ha un corrispettivo nel mondo della Natura, in cui vivono migliaia di altri esseri viventi. L’essere umano e l’ambiente fanno parte della spessa totalità (ecco perché si cura ancora con le erbe, i cristalli o altre risorse naturali). E la visione dell’individuo non è scissa, come nel mondo occidentale. E’ conoscenza comune, in molte culture tradizionali, che l’individuo non è un insieme di parti separate (corpo, mente, coscienza), ma un’unica totalità, quindi anche quando apparentemente solo il corpo accusa dei disturbi, si interviene sia sul piano fisico, sia sul piano emozionale, sia sul piano energetico che sul piano spirituale perché tutto è connesso: Tutto è Uno e Uno è Tutto.
Dalle nostre personali esperienze e viaggi in terre e culture lontane sparse su tutto il pianeta, abbiamo appreso quanto sia grande la capacità del nostro spirito di fare esperienza e quanto altrettanto grandi possano essere gli ostacoli che la nostra mente pone, coi suoi condizionamenti ed automatismi.
Fin quando si prendono in considerazione solo le manifestazioni mentali e/o corporee, tagliando fuori dall’individuo il suo vero motore vitale e cioè, il suo piano cosciente o spirituale, che utilizza l’esperienza concreta per evolversi, e che è intenzionalità pura, si rischia di rimanere nella dualità corpo-mente e perdere tempo ed energie inseguendo una unione e armonia interiore che non è possibile trovare.
Lo spirito non è vincolato da limiti, a differenza degli altri due piani esperienziali.
Non esiste l’eventualità di “non potere”, bensì semmai quella di “non volere”: ogni individuo è potenzialmente capace di scegliere consapevolmente come manifestarsi nella vita, se credere ai propri problemi o cavalcare le opportunità di cambiamento e guarigione potenzialmente presenti in ogni esperienza quotidiana.
Nei nostri molteplici viaggi esperienziali in giro per il mondo, abbiamo incontrato molti maestri di crescita, sciamani che ci hanno permesso ad esempio di sperimentare tecniche di guarigione che ancora oggi vengono praticate da molte popolazioni, come la “Caccia all’Anima” o “Viaggio sciamanico”, oppure modi di lavoro con l’energia per riportare equilibrio e armonia nell’individuo. La tecnica della Caccia all’Anima, o recupero dell’anima ad esempio, parte dal presupposto che qualsiasi trauma psicologico o fisico, o evento spiacevole, innesca, come meccanismo di difesa nei confronti della sofferenza emozionale un “distacco di una parte d’anima”, minando l’integrità della persona.
Questa tecnica è presente da millenni in molte culture tradizionali del nostro pianeta, sia orientali che nell’America precolombiana. Essa permette all’individuo di recuperare questi pezzi d’anima “ripuliti” dalla sofferenza, attraverso un viaggio in una dimensione “più allargata” della realtà, una realtà parallela a quella quotidiana e ordinaria, e l’uso della “trance dance” per radicare nel corpo quanto vissuto nella dimensione parallela del viaggio sciamanico.
Nel seminario Caccia all’anima, noi insegniamo proprio questo modo antico di lavoro personale, per iniziare il recupero della propria integrità e totalità. Questo lavoro porta inevitabilmente cambiamenti, trasformazioni e quindi guarigioni che la mente non può prevedere e che si manifestano nella realtà concreta e quotidiana. La bella notizia è che, una volta imparata la tecnica del recupero di proprie parti d’anima durante il seminario, ognuno sarà perfettamente in grado di continuare ad usare questo strumento in modo autonomo e nel proprio spazio di vita.