lun, 06 maggio 2024

Le 8 pratiche comuni della Direzione del Sogno

Uno strumentario della consapevolezza per tutti i giorni

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Dal punto di vista pratico ci sono otto semplici strumenti che si apprendono e possono essere tenuti quotidianamente a portata di mano percorrendo quella che definisco la Direzione del Sogno.
Queste pratiche servono a vivere meglio, e a fermare il tempo e i pensieri nei momenti in cui c'è n'è più bisogno, o quotidianamente.
Sono otto strumenti che hanno insita grande flessibilità, per cui possono essere adattati alle più svariate circostanze, sia esterne che interiori. Hanno ciascuno varie possibilità e applicazioni, di modo che chi li utilizza ha una certa scelta e una adattabilità creativa personale.

Uso ad arte di sogno della musica:
la musica è una disponibilità immensa di frequenze, che possono essere utilizzate per accordarsi, per sentire, per scendere in profondità, per ricordare. Ogni musica ha la sua specifica frequenza, e può essere utilizzata in questo contesto con una attitudine di ascolto e di risonanza: questa attitudine permette di distinguere l'obiettivo e gli intenti che si hanno nella pratica dai ritmi e le emozioni che la musica può suscitare in superficie.

Il respiro consapevole:
respirare consapevolmente è quasi sempre il punto di partenza per centrarsi e mettersi in ascolto, ma è anche il filo conduttore dell'esperienza dell'essere presenti a se stessi. Deve essere esercitato, altrimenti sfugge dall'attenzione; ne esistono alcune varianti con schemi precisi che ne fanno pratiche utili a specifiche esigenze.

Meditare:
meditare significa mettersi in una predisposizione di controllo dei pensieri e contenimento delle emozioni. Serve così a centrarsi, a ricaricarsi, a ricevere informazioni in profondità, a svuotarsi dalle pressioni, a schiarirsi. L'intento di meditare o di concedersi alla meditazione è alla base anche di tutte le altre pratiche.

Muoversi e danzare:
il movimento viene normalmente associato ad una musica, ma non è del tutto indispensabile. La pratica in questo caso si basa non tanto sull'esercizio fisico, sullo scaricare energie o praticare specifici movimenti: tutto ciò ne fa anche parte. Ma la tecnica fondamentale è l'associazione tra consapevolezza e corpo, di modo che quest'ultimo diventi sia stimolo, sia ricettacolo di informazioni, sia prova sul campo di un determinato aspetto della consapevolezza su cui si sta praticando o ricercando soluzioni.

Le passeggiate dell'intento:
le passeggiate sono un modo efficace per scaricare energie inutili o opprimenti, per riprendere contatto con la terra e chiarirsi gli intenti del momento. Sono considerate una pratica perché sono alla portata di tutti, in qualsiasi momento, non implicano nessun edificio o attrezzatura specifica, non hanno contraddizioni particolari sul piano fisico, né risultati agonistici da raggiungere. Allo stesso scopo potrebbero essere utili però anche correre, fare nuoto, o qualsiasi altro sport o disciplina fisica.
L'interessante del passeggiare come pratica è l'intento e la consapevolezza che ci si mettono di fondo: si può porre ad esempio una questione o una domanda e poi prendere a passeggiare senza più pensarci, ma dedicandosi al movimento e al respiro, e soprattutto all'intento. Solitamente alla fine o quando meno ce lo si aspetta giungono risposte, intuizioni o informazioni di vario tipo.

Entrare in contatto:
questa pratica presuppone l'incontro-contatto con un'altra o altre persone. Nel momento che si entra in contatto con qualcuno che ha la stessa predisposizione, la consapevolezza è spinta a stare nel presente, a mettersi in ascolto e a sentire. Gli stimoli che vengono dall'altro/a o che inviamo all'altro/a mettono in movimento l'energia. Servono naturalmente indicazioni precise e l'uso di tutti gli strumenti pratici utili nel contesto a far si che ne risulti una pratica di consapevolezza.

Canalizzare:
canalizzare significa rendersi canali, perché si possano esprimere le frequenze a cui ci accostiamo. E' fondamentalmente una maniera per farsi da parte, stare profondamente in ascolto, ricevere ed esprimere informazioni. Si possono canalizzare anche per un solo breve istante alberi, animali, spiriti o frequenze di luoghi o elementi, guide interiori e altro ancora.

Lavorare:
da non sottovalutare ed anzi da considerare indispensabile è la pratica del lavoro, quello pratico, manuale, che ha a che fare con le faccende quotidiane, oltre che con il lavoro vero e proprio che si svolge. Ad esempio pulire la casa, sistemare il giardino, occuparsi di tutto ciò di cui si deve, e quando possibile ricercare lavori extra-ordinari non indispensabili da fare o saltuari. Questa pratica al di là delle incombenze ordinarie è molto utile soprattutto dopo intensi lavori interiori di consapevolezza, quando c'è un eccesso di pensieri e di emozioni, quando è necessario far sedimentare le idee prima di prendere una decisione.


Queste otto pratiche forniscono uno strumentario fondamentale nel percorso di consapevolezza della Direzione del Sogno, possono essere apprese, collaudate e fatte diventare un riferimento quotidiano personale con l'esercizio e la pratica. Ciò che fa la differenza è ricordarle.

www.scuolaarcodelsogno.it

Scheda dettagli:

Data: 30 marzo 2015Autore: Roberto Giordano
Fonte/Casa Editrice: Scuola Arco del Sogno

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