mer, 24 aprile 2024

Abbondanza e scelta

Molte Possibilità, Una Direzione

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Tutto quello che c'è ha un senso quando si ha una direzione.
Sono infinite le possibilità, sono infinite le tentazioni.
In mezzo a questo mare incredibile di risvegli, esperienze, pratiche, discipline e tradizioni, si incontra l'abbondanza. Ma la si incontra anche nell'ordinario, dove tutto è disponibile, più di certo di quanto si abbia concretamente bisogno.
L'abbondanza ho sentito dire è una delle cose più difficili da gestire nella vita. Non tanto per chi la offre, quanto per chi la riceve.
Quando si è nella scarsità c'è una direzione: la ricerca di ciò che manca, la ricerca dell'abbondanza. Ma quando si incontrano le disponibilità, si perde presto la testa o il centro. Accade con l'amore, accade con il denaro, accade con la ricerca di se stessi e i mondi dell'energia.
E così molte volte inizia l'alibi. L'alibi è la scusa che si trova ogni giorno per non scendere in profondità, o per non restarci con continuità. Ogni giorno la mente invita ai suoi sogni, piccoli o grandi che siano; ogni giorno si domanda quale sarà la migliore o la peggiore di tutte quelle belle cose; ogni giorno si dirà che c'è tempo, che si può ancora attendere, che si può dare ancora un morsetto qua e un morsetto là..
Questa è una fase necessaria e utile, ma forse solo prima di prendere una direzione.
La sensazione della definitività del percorso che si è preso è il miglior compagno per arrivare a un risultato.
E' come la sensazione di camminare con a fianco la morte, che toglie i rinvii e le porte aperte, per darci la sua definitività. Morte è molte cose, non solo la caduta del corpo. Morte è anche la sensazione di andare vicini a se stessi, o a nuovi se stessi, è inevitabile. Così si può danzare con lei, perché ci porti verso i confini, verso nuovi intenti, o nuovi mondi, sempre verso se stessi.
Allora la direzione è l'anticamera, la preparazione di questa danza, che ci aiuta a liberarci di zavorre, o di opzioni, o di tutto ciò che comunque può essere tralasciato e scremato. E' una questione atletica, di concentrazione: se il campo di intento e percezione non si riducesse allo spazio nel quale ci si sta mettendo alla prova, non ci sarebbe buon risultato.
E' così che accade la Direzione. Allora si deve diventare molto umili, perché non si può sapere tutto, non si può occuparsi di tutto, non si può giungere ad ogni gara o ad ogni evento per dimostrare che anche quello si può fare. Semplicemente si sa che quella è la propria via e la si percorre, di qualsiasi ambito si tratti.
Questa definitività è un impegno con se stessi che non ha niente di rigidità. E' per questo che è una direzione, e non un dogma, un credo, un sistema di regole o un regime di idee.
E' una forza energetica che si percorre, senza doverne fare un idolo o una difesa; piuttosto si sa che non si può mentire a se stessi convincendosi di averla, se non qualcosa almeno è morto definitivamente dentro di sé, per ottenere un biglietto su quel treno.

Scheda dettagli:

Data: 16 aprile 2015Autore: Roberto Giordano
Fonte/Casa Editrice: Scuola Arco del Sogno
Profilo Pubblico di:

Simona Pasquini

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