dom, 05 maggio 2024

Dopo Natale

Caro Babbo Natale
Sono un bambino italiano di Porto Marghera che, se non ti ricordi, è quello vicino a Venezia con tutti i tubi che vengono fuori dal mare e mandano il fumo verso il cielo.
Di nome mi chiamo Michele, anche se tutti mi chiamano Miche perché sono basso.
Ti scrivo per ringraziarti dei doni che mi hai fatto trovare sotto l’albero.
Devo dirti però che i regali che mi hai portato non sono per niente quelli che avevo chiesto nella lettera e ti chiedo se è possibile cambiarli come si fa in televisione coi prodotti “soddisfatti o rimborsati”.
Nel caso sventurato non si può ti chiedo almeno di tenerne conto per quando verrà il Natale un’altra volta. Con questi comunque non ci faccio proprio un bel niente.
Io avevo chiesto un mitragliatore giocattolo di quelli da assalti, una maschera di Gamon Boy e una ricarica da 50 per il telefonino che mi hai portato l’anno scorso. E invece mi è arrivato un mitragliatore di ferro vero, una maschera antigas e un foglio di carta scritto in cinese che non si capisce niente.
Questi regali sbagliati adesso sono sotto il mio letto, ma non credo che li posso usare, quindi ti chiedo come si può fare.
Buon riposo e grazie tante.
Miche di Marghera

Caro Bambino di Marghera di nome Miche
Ho controllato sulle liste dei regali e, in effetti, ho visto che c’è stato un errore nella spedizione. Come si sa, il grosso del mio lavoro si concentra tutto in poco tempo e, siccome devo fare tutto da solo, a volte mi capita di fare confusione. Sono un povero vecchio che ci vede poco e, anno dopo anno, faccio sempre più fatica a stare al passo dei tempi.
In più, non è vero quello che dicono che tutti i giocattoli si assomigliano, anzi. Al mondo c’è una varietà di regali che neanche tu immagini. Nella fretta ho sicuramente letto male il nome del gioco, scambiando i tuoi doni con quelli di altri bambini.
Anche loro probabilmente saranno dispiaciuti per avere trovato sotto l’albero cose che non avevano chiesto.
Chiedo sinceramente scusa a tutti voi e ne terrò conto per l’anno venturo.
Il mitragliatore vero doveva andare a un bambino israeliano di nome Rafael, la maschera antigas a Tazhed, un bambino iracheno della periferia di Bagdad, e il foglio scritto in cinese (che è una tessera in lingua afgana per ritirare del pane) a una bambina che di nome fa Nali che ha tre fratelli ed è senza genitori.
Mi spiace proprio tanto per questi errori.
Davvero tanto.
Adesso però torno a dormire perché sono stanco.
Ci sentiamo l’anno prossimo.
Babbo Natale

Caro Babbo Natale
Scusa se insisto mentre stai dormendo. Mio papà mi ha detto che “tutti i mali non vengono per nuocere” (è un modo di dire bello che si usa da queste parti) e che almeno uno di questi tre regali sbagliati mi può essere utile in caso di bisogno: la maschera antigas.
Dove abito io ogni tanto succede che allo stabilimento c’è un’esplosione che sembra che il fumo viene fuori direttamente dal mare. A scuola ci hanno insegnato che quando capita questa cosa non bisogna respirare l’aria col naso perché si muore e allora io, che adesso ci ho la maschera antigas, posso restare vivo.
Per gli altri regali ti dico questa cosa:
il mitragliatore ce l’ho dato al mio papà che lo porta in fabbrica dove lavora, lo scioglie col fuoco caldissimo e con il liquido di ferro raffreddato ci fa una pentola per le castagne;
Il biglietto scritto in cinese però non so come usarlo, la mamma mi ha detto che se mi dai l’indirizzo della bambina del pane ci facciamo noi una lettera, così almeno uno dei tre è contento. Me lo puoi dare?
Visto che ormai ti ho svegliato ti chiedo anche un’altra cosa che non c’entra niente.
Tu che sei Babbo Natale e che sai tante cose, sai dirmi perché si muore?
Grazie mille
Miche di Marghera

Caro Miche
Da quanto sto sbadigliando mi fa perfino male alla bocca.
Purtroppo quando si diventa vecchi il sonno si fa così debole che quando sei svegliato non riesci più a dormire.
Sono contento però che hai trovato il sistema di “riciclare” i regali sbagliati.
Non ho ricevuto lettere dagli altri tre bambini, ma spero che anche loro siano riusciti a usare i tuoi doni in qualche modo.
Per quanto riguarda la bambina dell’Afghanistan purtroppo ho saputo che non abita più nella stessa casa perché un missile nemico ha fatto crollare tutto il palazzone. Quindi è inutile che ti dia l’indirizzo perché il postino troverebbe solo un mucchio di sassi bruciati.
Per rispondere alla tua domanda ti dico che il corpo delle persone è come la fabbrica vicino a casa tua. Finché va tutto bene, nessun problema; ma col tempo però tutte le cose si deteriorano e diventano imperfette aumentando la possibilità che ci siano esplosioni. Se poi per caso ci sono veramente delle esplosioni, il fumo della vita che c’è dentro esce dal corpo e scompare nell’aria.
Perché questo accada di preciso non lo so, ma so che una volta fuori quel fumo va verso il cielo, diventa una nuvola e ritorna sulla terra o sul mare sotto forma di gocce di pioggia. Se sia giusto o sbagliato non te lo so dire, però so che si muore perché la fabbrica che è il nostro corpo non è abbastanza perfetta da evitare la distruzione dei suoi pezzi.
Che io sappia nessuno fino ad oggi ha trovato il modo per risolvere il problema e, se ci pensi, forse è anche un bene.
Ti immagini stare sempre vivo e non riuscire a dormire?
Spero di avere risposto alla tua domanda.
Un altro sbadiglio
Babbo Natale

Caro Babbo Natale
Io non volevo sapere perché si moriva da vecchi, ma perché si moriva da bambini.
Che cosa ci faceva con un mitragliatore da assalto (vero) il bambino di nome Rafael?
Tazhed abita vicino una fabbrica che soffia il fumo dal mare come Marghera o con la maschera ci voleva solo giocare a nascondino?
Nali era dentro il palazzone quando ci è stata l’esplosione dei nemici?
Rispondimi per favore.
Miche di Marghera

Caro Miche
Non sono più bambino da tanto tempo e non so dirti che cosa ci facciate voi coi doni che vi porto ogni anno. Io i regali li consegno e basta.
Quello che posso dirti è che i bambini chiedono i regali per sentirsi più felici.
Però non è detto che quello che per te è un bel regalo lo sia per un altro.
In tutta sincerità non so dirti perché in certe parti del mondo le cose vadano sempre bene e in altre sempre male. Si muore da bambini per lo stesso motivo che si resta in vita da grandi: un mistero.
Non c’è una regola precisa, ma se c’è e tu la scopri ti prego di farmela sapere perché mi interessa.
Adesso se permetti provo a dormire perché se no diventa un’altra volta dicembre e io non ho riposato neanche un minuto.
Ti chiedo di non scrivermi più fino all’inverno prossimo.
Grazie
Babbo Natale

Caro Babbo Natale
E’ l’ultima volta che ti scrivo.
Di cose da chiederti ne avrei ancora tante, ma ho capito che non puoi rispondermi perché non le sai neanche tu.
Oggi al porto di Marghera c’è stata un’altra esplosione e non ho fatto a tempo a mettermi la maschera. E’ stata una fortuna perché sarei stato l’unico a farlo e i compagni di classe mi avrebbero preso in giro per un anno.
La maestra ha detto che non c’era da preoccuparsi, ma lo ha detto con il viso che sembrava dipinto di vernice bianca.
A casa ho trovato la mamma che piangeva perché il papà era dentro la fabbrica quando c’è stato l’incendio.
Ha detto che non sa se tornerà a casa presto. Ma da come lo ha detto alla mie sorelle, con le lacrime agli occhi e la mano sulla bocca, ho capito che il papà a casa non ci tornerà mai più.
Non occorre che mi porti i regali l’anno prossimo.
Per i bambini grandi Babbo Natale non esiste e la mamma mi ha detto che io adesso devo diventare grande.
Spero che i tuoi regali possano rendere felice almeno qualcun’altro.
Ti auguro di dormire per sei mesi senza mai svegliarti.
Miche di Marghera

Caro Miche
Non riesco proprio a trovare pace perché questa maledetta insonnia mi tortura.
Ho visto in televisione del disastro ambientale di porto Marghera.
Mi spiace molto per tuo papà e ti invito a essere forte.
Se può servirti di aiuto ho saputo che la stessa sorte sfortunata è toccata sia a Rafael che a Tazhed.
Il primo è rimasto vittima di un attentato kamikaze mentre era in un supermercato con la sua mamma a fare la spesa, il secondo è morto per le incursioni degli americani.
Di Nali invece ho saputo che è sopravvissuta al crollo del palazzo e che adesso vive in un villaggio di profughi assieme ai suoi tre fratelli più piccoli.
Anche se sembra brutto dirlo, di questi tempi, devi ritenerti fortunato ad essere vivo.
Come hai detto tu in una precedente lettera, che non tutti i mali vengano per nuocere, voglio pensare che a questi tristi destini seguirà un lungo periodo di felicità. La realtà del mondo è terribile, ma io voglio sperare che non sarà sempre così.
Per quanto mi riguarda, tutti questi pensieri hanno dato il colpo di grazia al mio già debole sonno. Non credo che riuscirò ad addormentarmi per i prossimi sei mesi.
Sto pensando di cambiare lavoro e invece di consegnare regali offrire ai bambini risposte certe. Non voglio più esistere per essere quello che sono.
Grazie per avermelo fatto capire.
La vita procede, fatti coraggio.
Babbo Natale

Caro Babbo Natale
Fatti coraggio tu, che mi sembra ne hai bisogno.
Come pensavo il papà non è tornato dalla fabbrica.
La mamma ha detto che è andato in cielo e io ho pensato subito al fumo che poi diventa pioggia. Tu e la mamma vedete la cosa allo stesso modo e io credo che andreste d’accordo. Io però non ci credo neanche un po’ a questa cosa della pioggia perché, se così fosse, con tutta la gente che muore ogni giorno, in cielo ci dovrebbe essere un continuo temporale.
Invece oggi c’è il sole.
Il mare è rosso ruggine e il cielo sopra lo stabilimento sembra verde smeraldo.
I turisti pensano che questi colori sgargianti dipendono dal fatto che Venezia è un paese incantato, però noi che ci viviamo dentro sappiamo che dipende dal fatto che è un posto inquinato.
Questa è veramente l’ultima volta che ti scrivo qualcosa.
Tu per me non esisti più e per dimostratelo butterò sulla raccolta carta riciclata il quaderno che usiamo per parlarci. Così non avrai più un posto dove rispondermi e finiamo di giocare allo scambio di lettere che non esistono.
Ho visto la mamma prendere delle gocce di medicine che servono per dormire.
Perché non le prendi anche tu?
Buona notte.
Miche di Marghera

Caro Miche
Grazie per il tuo consiglio.
Ho preso le gocce per dormire e poi, mentre stavo per risponderti, è successo che mi
son...

N.A. - 27-12-2002

Scheda dettagli:

Data: 8 gennaio 2003Autore: Nicola Artuso

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