lun, 29 aprile 2024

Le ragioni del cuore: risanare le emozioni, risanare la nostra vita

Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce<br>(Pascal)

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Perché lavorare su di sé con un approccio corporeo esperienziale?
Perché partecipare a percorsi di gruppo e/o a sessioni di Respirazione Olotropica?
Come funzionano queste terapie ?
Che cosa mi piace, che cosa ho trovato e trovo utile ed efficace in questo tipo di approccio alla psicoterapia?

Provo a riflettere su queste domande che clienti, oppure persone interessate in generale alla terapia, mi pongono frequentemente. Non vogliono essere parole strettamente tecniche, ma riflessioni, qualche cosa che parte dalle esperienze che ho fatto nella mia vita.

Fin dalle mie prime esperienze nel campo della terapia, sono stata attirata da modalità che permettevano l’auto esplorazione. Non volevo ricevere “consigli” o “ricette”, ma trovare qualcuno esperto nel sentiero del cambiamento, che potesse stare al mio fianco mentre anche io lo percorrevo. Desideravo essere più felice e provare meno difficoltà e sofferenza nella mia vita quotidiana, avere rapporti con gli altri più soddisfacente, sentirmi meno sola e intimidita.

Nella ricerca di una via che mi aiutasse a raggiungere questi obiettivi, ero molto attirata dalla teoria di Jung, e cercavo un analista junghiano con cui iniziare un’analisi. Stavo ancora studiando alla facoltà di Psicologia all’università, ma avevo lasciato Padova per ritornare a Genova, mia città natale.
Proprio in quel periodo, incontrai un vecchio amico che mi invitò ad una conferenza nella quale sarebbe stata presentata una terapia con approccio corporeo transpersonale. Incuriosita ci andai, e partecipai a una serata in cui per la prima volta nella mia vita qualcuno parlava di come mi sentivo e mi offriva una possibilità di cambiamento.
Per la prima volta ascoltavo qualcuno che diceva che il modo in cui ero nata aveva avuto un’importanza per il mio modo di strutturarmi, e che continuava ad agire.
Per la prima volta facevo l’esperienza del mio corpo non solo come parte del sentirmi prigioniera del malessere, ma anche come via della liberazione.
Per la prima volta la dimensione spirituale mi veniva porta come uno degli aspetti dell’uomo, e scoprivo che esistevano psicologi che rispettavano, studiavano e utilizzavano le tecniche spirituali orientali e occidentali.
In tutti gli anni di lezioni universitarie seguite non avevo mai fatto un’esperienza di me che fosse più incoraggiante, e non avevo mai sentito delle parole che mi suonassero così convincenti.
Decisi quindi di iscrivermi al ciclo di seminari proposti e verificare se davvero potesse essere una strada di esplorazione e guarigione adatta a me.

Così è cominciata la mia personale avventura di scoperta del mondo interiore attraverso la psicoterapia a orientamento corporeo transpersonale, che continua tutt’ora ed è diventata anche il modo in cui lavoro. Molti anni sono passati, e il mio entusiasmo e l’apprezzamento per l’approccio esperienziale al cambiamento e al benessere psicologico non sono venuti meno, ma sono affiancati anche dalla verifica dell’esperienza.

In che modo ci possono aiutare gruppi o una terapia esperienziale? Il primo punto per me significativo è l’autoesplorazione. Il terapeuta o il facilitatore offre un contesto sicuro, delle opportunità per fare esperienze salutari di sé, nei pensieri, nelle relazioni, nelle emozioni e nelle sensazioni corporee. Offre degli strumenti e delle strategie, ma non si sostituisce alla persona. Attraverso quest’esperienza è possibile
• Scoprire qualche cosa di nuovo su di sé, attraverso ricordi o immagini che emergono, oppure attraverso sensazioni corporee nuove, oppure attraverso un’interazione differente da quella abituale con gli altri membri del gruppo e il terapeuta.
• Attraverso il lavoro corporeo, l’uso del respiro, i movimenti, il suono nella stanza, viene sviluppato uno stato psicofisico nel quale la mente lineare, razionale, con i suoi meccanismi difensivi, non è dominante (pur rimanendo presente). Possiamo definirlo uno “stato non ordinario di coscienza”, in cui possono emergere modalità di pensiero e di funzionamento psicofisico che permettono e facilitano una riorganizzazione psichica nella direzione di maggior armonia, equilibrio e integrazione di contenuti inconsci.
• Sviluppare intuizioni e relazioni di significato tra ciò che si è sperimentato nell’esperienza, il proprio funzionamento abituale, e la propria storia (gli accadimenti della propria vita, le relazioni precoci, ecc) e i propri sintomi
• Il nostro bambino interiore riprende la sua crescita. Le modalità corporee, emotive e di pensiero che limitavano il piacere di vivere si sciolgono, cambiano e nella nostra vita c’è sempre meno sofferenza, mentre sviluppiamo sempre più equilibrio, grazia e gioia di vivere.

Il parlare del processo di cambiamento porta al secondo punto importante: l’autovalidazione.
Il terapeuta è lì per offrire un contesto e una mappa il più ampia possibile di quello che l’esploratore di sé potrebbe incontrare, per aiutare la persona a sciogliere i blocchi o superare gli ostacoli che incontrerà nel processo, e perché l’esplorazione sia sicura. Favorisce l’emergere dei vissuti che aiutano nella guarigione e nella crescita emotiva. Aiuta a identificare e a riconoscere che significato ha ciò che si sta provando ma non si sostituisce alla persona.
La persona che fa l’esperienza, attraverso la propria esplorazione riconosce che processo avviene dentro di sé, e ne riconosce il significato. E la comprensione non sarà una comprensione intellettuale, ma che passa attraverso l’esperienza.
Che differenza! Un conto è ascoltare qualcuno che ci descrive il gusto della fragola, un conto è mangiarla noi stessi e provare la sua fragranza!

Questo è il terzo punto, lo stato di coscienza in cui ci si trova nel processo di guarigione. Normalmente, nella nostra vita quotidiana, facciamo esperienza di noi stessi e del mondo attraverso la mente lineare. Gli stimoli sensoriali arrivano alla mente, che li elabora e ce ne dà il significato. Tutto bene, se si tratta di stimoli sensoriali esterni. O se si tratta di elaborare un problema matematico.
La nostra mente logica e lineare però non ci può aiutare quando entrano in gioco le emozioni.

Perché la salute psichica è legata alle ragioni del cuore.

Infatti la psiche umana funziona in profondità proprio in base alle emozioni. Il nostro funzionamento psichico è organizzato in base a ciò che proviamo, non in base a ciò che pensiamo….. e per stare meglio bisogna riuscire a cambiare ciò che proviamo, mentre la mente lineare che opera a un livello molto più superficiale non può farlo.

Dobbiamo usare un altro modo …..e questo modo esiste.
Infatti la coscienza umana, la mente, non segue esclusivamente la logica lineare, ma opera anche secondo altre modalità di funzionamento, che vengono chiamati “stati non ordinari di coscienza” poiché nella nostra società la maggior parte delle persone adulte li usa consapevolmente molto poco. La maggior parte delle persone non sa neppure di possedere queste altre modalità.
Alcuni degli stati non ordinari di coscienza sono comuni, e li abbiamo provati tutti, sono per esempio il sonno e i sogni, oppure l’intuizione, oppure la creatività.
Altri lo sono meno, per esempio la trance, oppure lo stato meditativo profondo.
Culture differenti dalla nostra li conoscono bene, e hanno sviluppato una vera e propria conoscenza scientifica a riguardo. Grazie ad essa hanno sviluppato le “tecniche del sacro”, metodologie che attivano la naturale capacità dell’essere umano di sviluppo e di “autoguarigione” anche a livello psichico, capacità analoghe a quelle che il nostro corpo usa quando rimargina una ferita.

Sessione dopo sessione, gruppo dopo gruppo, grazie all’attivazione del nostro “guaritore interno” emergono dalla nostra psiche i contenuti inconsci che siamo pronti ad esplorare, risolvere ed integrare nella nostra coscienza.
Potrebbe avvenire rivivendo ricordi dolorosi o eventi traumatici, e guarendo le emozioni legate ad essi che vengono finalmente sciolte e non pesano più su di noi, lasciandoci più liberi e più leggeri.
Oppure potrebbero emergere e risolversi emozioni ed energie risalenti a periodi precocissimi della nostra vita, alla nostra nascita o addirittura al periodo della gravidanza, che tuttavia ancora ci condizionano.

Affrontare questo territorio antico e ferito è delicato, ma è molto remunerativo: la nostra maturazione emotiva riprende, e noi diventiamo sempre più adulti, ma finalmente con il cuore leggero dei bambini.

Bibliografia essenziale:
Jules Grossman, Vivere e amare, ed. Crisalide
Willi Maurer, La prima Ferita, ed. AAMTerranuova
W. Maurer, Il senso si appartenenza, ed. Terranuova
A. Maslow, Verso una psicologia dell’essere, ed. Astrolabio
D. Boadella, Biosintesi. L’integrazione di azione sentimento e pensiero, ed. Astrolabio
Stan Grof, La Mente Olotropica, ed. Red
Stan Grof, Psicologia del futuro, ed. Red


Claudia Panico,psicologa e psicoterapeuta ad orientamento corporeo e transpersonale, facilita la crescita personale attraverso percorsi individuali e di gruppo.
Lavora a Genova dal 1990

Scheda dettagli:

Data: 24 gennaio 2013Autore: Claudia Panìco
Profilo Pubblico di:

"Respirazione Olotropica" Claudia Panìco Psicologa…

Con oltre 25 anni di esperienza maturata nel campo dell’approccio olistico alla psicoterapia ed alla salute, offro ad individui e gruppi percorsi di crescita personale e psicoterapia corporea. Accompagno le persone in un viaggio in cui è possibile ritrovare la salute emotiva e la gioia di vivere, …

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