gio, 25 aprile 2024

Può la shoah essere stabilita per legge...?

Il parere altro di Saul Arpino

Paolo D'Arpini
Può essere una verità stabilita per legge? Se si vuole che una verità storica venga riconosciuta occorre la libertà di poterla perseguire e studiare nei suoi minimi dettagli ed implicazioni. Altrimenti la ricerca si interrompe alla “verità stabilita per legge”.. un po' quel che accadde ai tempi di Galileo Galilei in cui non si poteva affermare una verità diversa da quella riconosciuta dalla chiesa... Ora le posizioni si sono invertite, la chiesa é favorevole alla ricerca di verità storiche sui fatti dell'olocausto mentre il governo spinge verso una “verità” legale in cui si riconoscono solo alcuni aspetti "codificati" degli eventi drammatici vissuti durante l'ultimo conflitto.. ma andiamo per ordine...

Alcuni giorni fa é stata richiesta da Riccardo Pacifici, in rappresentanza degli ebrei romani, attraverso una lettera pubblicata su 'La Repubblica' in cui si rivolge ai presidenti di Camera e Senato, la calendarizzazione per la discussione di un testo di legge sulla shoah e contro il negazionismo. Su questo argomento é intervenuto anche l'Osservatore Romano con un articolo odierno:

Vedi nel blog http://paolodarpini.blogspot.com/2010/10/losservatore-romano-si-dice-contrario.html

In cui tra l'altro é detto. «Negare l'Olocausto è un fatto gravissimo e vergognoso» dice comunque il giornale vaticano e continua «La storia non è vera per legge. Ma punire per legge chi sostiene questa tesi, e quindi di fatto stabilire ciò che è storicamente vero attraverso una norma giuridica, non è la strada giusta. Anzi, rischia di essere controproducente: in democrazia la censura non è un mezzo corretto, e si finisce per far diventare martire chi vi incappa.»

Va poi aggiunto che la maggior parte degli storici, non certo in odore di negazionismo, siano comunque contrari ad una legge di questo genere, per la quale i Presidenti di Camera e Senato vogliono invece un veloce iter di approvazione.

Ed ancora l'Osservatore romano non dimentica di citare David Bidussa, opinionista di "Moked", il portale dell'ebraismo italiano, che ha scritto: «Una legge contro il negazionismo non sarebbe né una scelta intelligente, né una scelta lungimirante. Non aiuta né a farsi un'opinione, né a far maturare una coscienza civile. L'Italia ha bisogno di una pedagogia, di una didattica della storia, di un modo serio e argomentato di discutere e di riflettere sui fatti della storia. Non servono leggi che hanno il solo effetto di incrementare la categoria dei martiri».

Anch'io sento il dovere, come membro di una famiglia originariamente ebrea, e che si é salvata dalla deportazione con la “conversione” al cristianesimo (durante il periodo fascista) di esprimere un mio parere su questo controverso tema.

Innanzi tutto é vero che la storia e la verità storica e perciç la politica conseguente all’ultimo conflitto è stata definita dai vincitori... e non solo per la questione ebraica ma per ogni altro aspetto. Ma se si vuole riaffermare "l’umano e l’universale" che sta oltre le opinioni avverse occorre equanimità e la capacità obiettiva di considerare i semplici fatti e le situazioni in cui questi sono avvenuti. Nel "legalismo giuridico" -che non è più giustizia- vincono al contrario i "cavilli" e ciò è significativo di un percorso funzionale a "costruire" la verità (che è poi quella di comodo di una o dell’altra parte).

Ed ancora... lasciando da parte ogni speculazione sul passato, secondo me, bisognerebbe evidenziare anche come sia stata utilizzata per fini economici ed ideologici la tragedia dell'olocausto, i soldi raccolti a nome dei deportati, le pressioni politiche per far approvare leggi liberticide in Europa, la creazione di una nuova "religione" dell'olocausto, etc. Allo stesso tempo é controproducente abbracciare la causa della libertà di pensiero partendo dalla difesa o giustificazione del negazionismo.

Mentre possiamo evidenziare come sia andata strutturandosi nel tempo una verità "basata" sul senso di colpa e sulla convenienza politico economica dei governi che hanno preferito cedere alle pressioni dell'industria dell'olocausto piuttosto che venir tacciati di collaborazionismo revanscista con i passati regimi fascisti. Questo ovviamente soprattutto in Germania e Austria (e forse prossimamente anche in Italia..) dove la “verità dell’olocausto” ha assunto connotati quasi religiosi e “stabiliti per legge”.

In questo momento ritengo sia importante poter indagare sulla veridicità dei fatti, stabilendo la verità sull'olocausto come dato di fatto storico, comprovandolo solidamente (se si vuole anche in senso etico), senza cavillare sulla negazione o sull'affermazione forzosa ma scoprendo “come” sia avvenuto e “perché”, evidenziando allo stesso tempo l'incongruenza di comportamenti speculativi politico-religiosi conseguenti ad esso. Allora forse si potrà smuovere l'opinione pubblica e pian piano anche inserire altre verità sul modo in cui l'olocausto è avvenuto, soprattutto di come in quel periodo il razzismo avesse colpito in ogni campo, contro l’uomo in generale, e non solo in Germania ma anche in Russia, e anche in America dov’era stata aperta la caccia alle streghe comuniste e la persecuzioni di migliaia di cittadini colpevoli di pensarla diversamente dal potere in carica. La persecuzione è stata a livello mondiale e contro l’uomo e la sua libertà espressiva in generale.

Ho qui accennato alla necessità di cambiare impostazione se si vuole superare la contrapposizione ideologica, fra fautori della “verità olocaustale” e suoi negatori, per poter “scientificamente” affrontare il problema della "verità storica” e questo processo non può essere ottenuto “per legge” che altrimenti la ricerca risulterà tarpata e viziata....

Saul Arpino (al secolo Paolo D'Arpini)

Scheda dettagli:

Data: 20 ottobre 2010Autore: Saul Arpino (al secolo Paolo D'Arpini)

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