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Un vaccino contro la celiachia
Potrebbe essere la fine delle diete gluten-free. Il primo vaccino contro la celiachia è allo studio negli USA.
La celiachia è provocata da una reazione immune alla proteina del glutine che si trova nei cereali come frumento, segale e orzo, e si sta diffondendo sempre più. Si stima che a livello globale ne soffra il 1,4% della popolazione.
Il Nexvax2 si basa sulla ricerca portata avanti dal Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research (WEHI), che ha identificato tre peptidi nel glutine responsabili della risposta immunitaria nel 90% dei celiachi che sono affetti dalla forma genetica della malattia.
I risultati della Fase 1 della sperimentazione hanno dimostrato che la terapia è sicura e ben tollerata anche ad alte dosi. Ora più di 150 persone tra USA, Australia e Nuova Zelanda verranno reclutate per la Fase 2, nella quale riceveranno iniezioni di placebo o di principio attivo due volte alla settimana per quattro mesi. Durante questo periodo i partecipanti verranno messi a contatto con cibi glutinati per verificare la risposta. Alcuni verranno sottoposti a biopsia intestinale per controllare l’effetto protettivo della terapia sulle pareti viscerali.
Secondo i ricercatori “Una terapia che funzioni e che ripristini la normale tolleranza al glutine rivoluzionerebbe il trattamento della celiachia”.
La celiachia è provocata da una reazione immune alla proteina del glutine che si trova nei cereali come frumento, segale e orzo, e si sta diffondendo sempre più. Si stima che a livello globale ne soffra il 1,4% della popolazione.
Il Nexvax2 si basa sulla ricerca portata avanti dal Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research (WEHI), che ha identificato tre peptidi nel glutine responsabili della risposta immunitaria nel 90% dei celiachi che sono affetti dalla forma genetica della malattia.
I risultati della Fase 1 della sperimentazione hanno dimostrato che la terapia è sicura e ben tollerata anche ad alte dosi. Ora più di 150 persone tra USA, Australia e Nuova Zelanda verranno reclutate per la Fase 2, nella quale riceveranno iniezioni di placebo o di principio attivo due volte alla settimana per quattro mesi. Durante questo periodo i partecipanti verranno messi a contatto con cibi glutinati per verificare la risposta. Alcuni verranno sottoposti a biopsia intestinale per controllare l’effetto protettivo della terapia sulle pareti viscerali.
Secondo i ricercatori “Una terapia che funzioni e che ripristini la normale tolleranza al glutine rivoluzionerebbe il trattamento della celiachia”.