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Pesticidi: Responsabili di Ritardo Mentale nei Bambini
Uno studio effettuato in India conferma che i bambini che vivono nelle regioni con alto utilizzo di pesticidi sono a rischio di ritardi mentali. Pubblicato da Greenpeace India nell'aprile scorso, lo studio ha effettuato test su un totale di 899 bambini degli stati indiani a maggior uso di pesticidi nelle coltivazioni di cotone.
Questi risultati sono stati poi paragonati con quelli di un analogo numero di bambini che vivono in aree con minor impatto chimico.
I bambini presi in esame sono di età compresa tra il 4 e i 5 anni e tra i 9 e i 13 anni, di estrazione sociale e situazione economica equivalente.
I risultati: più di due terzi dei bambini esposti ai pesticidi presentava risultati nettamente più negativi.
"Bambini provenienti da regioni diverse quali il Tamil Nadu e il Punjab (il primo uno stato del sud-est dell'India, e il secondo del nord-ovest) , che non hanno niente in comune a parte la loro esposizione ai pesticidi, sembrano tutti non essere in grado di completare dei semplici esercizi semplicemente perché sono stati esposti ai pesticidi per un periodo di tempo prolungato " dice Kavitha Kuruganti di Greenpeace India.
Non solo, nell Andhra Pradesh (il secondo stato indiano per uso di pesticidi) i bambini di zone a minor rischio hanno ottenuto risultati nettamente migliori nei test di resistenza fisica (in media circa 15 secondi in più nei bambini di 4-5 anni, e 65 secondi in più in quelli di 9-13 anni).
Nel Tamil Nadu, dove la produzione di cotone e il massiccio ricorso a pesticidi è inziato solo negli ultimi cinque anni, i bambini di età compresa tra i 4 e i 5 anni hanno ottenuto un punteggio inferiore di circa il 30 % in un test di memoria della durata di 30 minuti, quelli tra i 9 e i 13 anni del 21% in meno rispetto ai bambini non esposti all'inquinamento.
Le conclusioni delle studio sono "allarmanti perchè viene tolto ai bambini il diritto a uno sviluppo sano".
In India, le coltivazioni di cotone occupano meno del 5% delle terre coltivate, ma utilizzano circa il 54% dei pesticidi.
I più utilizzati sono a base di organofosfati, che agiscono sul sistema nervoso centrale.
In India vengono prodotti ed utilizzati anche pesticidi come il methyl-parathion e i monocrotophos, classificati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come "estremamente dannosi per la salute umana".
Secondo la FAO, questi pesticidi altamente tossici non sono sicuri da utilizzare nei paesi in via di sviluppo, a causa del difficile accesso all'acqua, alla inesistente formazione sulla sicurezza sanitaria e alla mancanza di equipaggiamento protettivo.
Gli autori dello studio sottolineano che per i bambini delle aree prese in considerazione esistono modalità di esposizione dirette e indirette. L'esposizione può avvenire prima del concepimento, attraverso la contaminazione del liquido seminale, oppure nell'utero, ma anche attraverso il latte materno e la contaminazione del cibo, dell'acqua, del suolo e dell'aria.
In numerosi villaggi gli scarti della produzione vengono usati come combustibile per cucinare, e emettono fumi al pesticida.
Lo studio ha anche analizzato le alternative disponibili in India per la produzione di cotone, compreso un nuovo sistema di gestione delle colture e dei fitofarmaci, il Non Pesticidal Management (NPM), come pure la produzione di cotone biologico e i sistemi di lotta integrata, sottolineando la mancanza di forme di sostegno pubblico a una produzione agricola non basata sui pesticidi.
Greenpeace India ha fornito una serie di raccomandazioni ai governi, tra le quali: un maggior sostegno all'agricoltura biologica (specialmente nella produzione del cotone); il divieto di utilizzare pesticidi vietati in altri paesi; regolamentazioni sui pesticidi più restrittive, che considerino l'industria dei pesticidi responsabile per i danni causati dai suoi prodotti.
Greenpeace ha anche fatto appello all'industria agro-chimica perchè offra una forma di indennizzo ai bambini colpiti.
Traduzione di Marina Littek
Questi risultati sono stati poi paragonati con quelli di un analogo numero di bambini che vivono in aree con minor impatto chimico.
I bambini presi in esame sono di età compresa tra il 4 e i 5 anni e tra i 9 e i 13 anni, di estrazione sociale e situazione economica equivalente.
I risultati: più di due terzi dei bambini esposti ai pesticidi presentava risultati nettamente più negativi.
"Bambini provenienti da regioni diverse quali il Tamil Nadu e il Punjab (il primo uno stato del sud-est dell'India, e il secondo del nord-ovest) , che non hanno niente in comune a parte la loro esposizione ai pesticidi, sembrano tutti non essere in grado di completare dei semplici esercizi semplicemente perché sono stati esposti ai pesticidi per un periodo di tempo prolungato " dice Kavitha Kuruganti di Greenpeace India.
Non solo, nell Andhra Pradesh (il secondo stato indiano per uso di pesticidi) i bambini di zone a minor rischio hanno ottenuto risultati nettamente migliori nei test di resistenza fisica (in media circa 15 secondi in più nei bambini di 4-5 anni, e 65 secondi in più in quelli di 9-13 anni).
Nel Tamil Nadu, dove la produzione di cotone e il massiccio ricorso a pesticidi è inziato solo negli ultimi cinque anni, i bambini di età compresa tra i 4 e i 5 anni hanno ottenuto un punteggio inferiore di circa il 30 % in un test di memoria della durata di 30 minuti, quelli tra i 9 e i 13 anni del 21% in meno rispetto ai bambini non esposti all'inquinamento.
Le conclusioni delle studio sono "allarmanti perchè viene tolto ai bambini il diritto a uno sviluppo sano".
In India, le coltivazioni di cotone occupano meno del 5% delle terre coltivate, ma utilizzano circa il 54% dei pesticidi.
I più utilizzati sono a base di organofosfati, che agiscono sul sistema nervoso centrale.
In India vengono prodotti ed utilizzati anche pesticidi come il methyl-parathion e i monocrotophos, classificati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come "estremamente dannosi per la salute umana".
Secondo la FAO, questi pesticidi altamente tossici non sono sicuri da utilizzare nei paesi in via di sviluppo, a causa del difficile accesso all'acqua, alla inesistente formazione sulla sicurezza sanitaria e alla mancanza di equipaggiamento protettivo.
Gli autori dello studio sottolineano che per i bambini delle aree prese in considerazione esistono modalità di esposizione dirette e indirette. L'esposizione può avvenire prima del concepimento, attraverso la contaminazione del liquido seminale, oppure nell'utero, ma anche attraverso il latte materno e la contaminazione del cibo, dell'acqua, del suolo e dell'aria.
In numerosi villaggi gli scarti della produzione vengono usati come combustibile per cucinare, e emettono fumi al pesticida.
Lo studio ha anche analizzato le alternative disponibili in India per la produzione di cotone, compreso un nuovo sistema di gestione delle colture e dei fitofarmaci, il Non Pesticidal Management (NPM), come pure la produzione di cotone biologico e i sistemi di lotta integrata, sottolineando la mancanza di forme di sostegno pubblico a una produzione agricola non basata sui pesticidi.
Greenpeace India ha fornito una serie di raccomandazioni ai governi, tra le quali: un maggior sostegno all'agricoltura biologica (specialmente nella produzione del cotone); il divieto di utilizzare pesticidi vietati in altri paesi; regolamentazioni sui pesticidi più restrittive, che considerino l'industria dei pesticidi responsabile per i danni causati dai suoi prodotti.
Greenpeace ha anche fatto appello all'industria agro-chimica perchè offra una forma di indennizzo ai bambini colpiti.
Traduzione di Marina Littek