dom, 20 luglio 2025

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Mauritania: la Schiavitù è Stata Abolita Solo Formalmente

Nonostante l’abolizione legale della schiavitù adottata nel 1981 da parte del capo di stato della Mauritania, Mohamed Khouna ould Haidalla, in seguito alle proteste pubbliche contro la vendita di una donna, non c’è alcuna prova che siano stati fatti significativi passi avanti per assicurarne l’abolizione pratica. E’ quanto afferma un rapporto di Amnesty international. Le leggi del paese e gli obblighi internazionali proibiscono la schiavitù, ma chiunque tenti di denunciare gli abusi connessi a tale pratica non ha protezione legale, inoltre esiste una diffusa discriminazione contro coloro che decidono di smettere di essere schiavi e non c’è concreta volontà politica per sradicare completamente questo fenomeno socialmente lacerante. L’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma: “tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali nella dignità e nei diritti”. L'articolo 4 della stessa dichiarazione dice: “nessuno dovrà essere tenuto in schiavitù; la schiavitù e il commercio di schiavi devono essere proibiti in ogni loro forma. “La schiavitù è esplicitamente proibita da altri 3 grandi trattati internazionali: la Convenzione sulla schiavitù del 1926; la Convenzione supplementare sulla Schiavitù del 1956; e la Convenzione sui Diritti Civili e Politici del 1966. La schiavitù è un grave abuso dei diritti umani fondamentali ed è proibita in tutte le circostanze. Inoltre essa è un abuso del diritto all’integrità fisica e psichica, nonché un grave abuso del diritto a non essere discriminati. Molti di coloro che sono stati tenuti schiavi e i loro stessi discendenti sono oggetto di gravi discriminazioni. Amnesty International crede che le vittime della schiavitù, come quelle di qualsiasi altro grave abuso, abbiano il diritto ad un risarcimento. Il governo della Mauritania ha più volte negato l’esistenza del problema, nonostante l’evidenza. E coloro che lavorano per combattere la schiavitù spesso sono imprigionati: nel 1998, cinque sostenitori dei diritti umani che portavano avanti campagne contro la schiavitù furono condannati a 13 mesi di reclusione per aver gestito organizzazioni umanitarie non riconosciute dalla legge. Gli arresti furono eseguiti dopo la messa in onda su un canale in francese di un’intervista al presidente di SOS esclaves, una ONG non legalmente autorizzata che combatte contro la schiavitù. Nel 1997, il capo di stato ould Taya (che assunse tale carica nel 1984 dopo un colpo di stato che rovesciò Mohamed Khouna ould Haidalla) affermò che coloro che parlavano della questione stavano solo cercando di danneggiare la reputazione del paese e che essi avevano fatto parte dei gruppi coinvolti in un precedente tentato colpo di stato contro il suo governo. Ould Taya era primo ministro quando Mohamed Khouna ould Haidalla proibì la schiavitù nel 1981. Da allora, ostruzionismo e mancanza di volontà politica hanno caratterizzato l’approccio dell’amministrazione nel rendere efficace il divieto di praticare la schiavitù. L’inadeguatezza della legislazione è dimostrata dal fatto che non si conosce alcun caso in cui qualcuno è stato perseguito penalmente per aver tenuto qualcun altro in schiavitù, o per aver comprato o venduto uno schiavo. I casi legali che riguardano la custodia dei bambini o l’eredità di terreni, nei quali sono coinvolte persone considerate schiave, rivelano gravi discriminazioni contro queste ultime, in violazione del principio per cui la legge è uguale per tutti. Le autorità Mauritane hanno ripetutamente rifiutato l’ingresso dei rappresentanti di Amnesty International nel paese, infatti il rapporto dell’organizzazione si basa su informazioni raccolte da individui e organizzazioni all’interno della Mauritania che rischiano ogni giorno l’incolumità per aver fornito le loro testimonianze riguardo al problema. Non esiste alcun dibattito interno sulla questione perché non esistono media indipendenti, né i giornali possono essere distribuiti senza autorizzazione del Ministero dell’Interno. Le principali comunità in Mauritania sono i Moor - i Moor bianchi politicamente dominanti e i Moor neri considerati da tutti, e da loro stessi, ex schiavi - e le altre comunità nere africane del sud. I Moor bianchi sono di origini arabe e berbere, mentre i Moor neri sono esclusivamente di origine africana. La loro cultura è identica a quella dei Moor bianchi a causa di generazioni di schiavizzazione da parte di questi. Il potere politico è concentrato nelle mani dei Moor bianchi. Nel 2001, dei 27 ministri ben 20 appartenevano alla comunità dei Moor bianchi, 46 dei 56 senatori erano Moor bianchi, così come 60 degli 81 membri dell’assemblea nazionale. Secondo il gruppo d’opposizione FLAM, le statistiche sulla composizione etnica del paese sono tenute segrete per nascondere il fatto che i cittadini di origini nere sono la maggioranza. Secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili, che risalgono al 1965, il 60-70% della popolazione apparteneva all’etnia dei Moor bianchi, mentre il 30-40% a quella dei Moor neri. Ma da allora la crescita delle comunità non bianche ha superato quella dei Moor bianchi.

Scheda dettagli:

Data: 19 dicembre 2002
Fonte/Casa Editrice: Consumi Etici
Categoria:
Sottocategoria:
Fisica e Medicina

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