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I benefici dei mondi immaginari
Secondo i ricercatori solo il 17% dei bambini crea un proprio mondo immaginario. Un paracosmo, secondo la definizione degli scienziati.
Un nuovo studio sul comportamento infantile di creare mondi immaginari paralleli ha scoperto che i bambini che hanno familiarità con il paracosmo mostrano livelli di creatività fuori della media. In particolare, questi bambini presentano una capacità maggiore di pensiero open-ended, senza pregiudizi di partenza. Ma questa dote ha una contropartita: i più creativi infatti fanno fatica a eseguire compiti di autocontrollo inibitivo, che è un modo per dire che fanno particolarmente fatica a concentrare la loro attenzione su un soggetto.
In realtà non si tratta di una cosa poi così negativa: creatività e inibizione volontaria si trovano infatti ai poli opposti dello spettro. Essere molto bravi in uno dei due abbassa il livello dell’altro. Questo è quanto ci viene suggerito dallo studio.
Una delle sorprese della ricerca è stata la scoperta che molti di questi bambini creativi non sviluppano i loro mondi in solitudine ma tendono a condividerli o addirittura a crearli in collaborazione.
Un nuovo studio sul comportamento infantile di creare mondi immaginari paralleli ha scoperto che i bambini che hanno familiarità con il paracosmo mostrano livelli di creatività fuori della media. In particolare, questi bambini presentano una capacità maggiore di pensiero open-ended, senza pregiudizi di partenza. Ma questa dote ha una contropartita: i più creativi infatti fanno fatica a eseguire compiti di autocontrollo inibitivo, che è un modo per dire che fanno particolarmente fatica a concentrare la loro attenzione su un soggetto.
In realtà non si tratta di una cosa poi così negativa: creatività e inibizione volontaria si trovano infatti ai poli opposti dello spettro. Essere molto bravi in uno dei due abbassa il livello dell’altro. Questo è quanto ci viene suggerito dallo studio.
Una delle sorprese della ricerca è stata la scoperta che molti di questi bambini creativi non sviluppano i loro mondi in solitudine ma tendono a condividerli o addirittura a crearli in collaborazione.