Notizie
Funghi: Spazzini Ecologici Capaci di Degradare gli Inquinanti
La parola fungo ci richiama subito alla mente l’immagine di un delizioso porcino o di un più semplice prataiolo. Ci evoca, dunque, l’idea di qualcosa di commestibile. Non è solamente per questo, però, che i funghi sono preziosi. La loro utilità deriva anche dalla loro funzione di spazzini biologici. In tal caso, questi microrganismi hanno un aspetto diverso rispetto a quello che ci è familiare, un aspetto che nulla ha a che vedere con la pianta dotata di cappello e di gambo in cui siamo abituati ad imbatterci nel bosco. Ma non per questo il loro valore è inferiore, anzi. “Come decompositori della sostanza organica, i funghi rivestono un ruolo di notevole importanza negli ecosistemi terrestri, dove degradano polimeri organici complessi in composti più semplici, nuovamente assimilabili dalle piante e da altri organismi”, spiega Paola Bonfante, della sezione di Torino dell’Istituto per la protezione delle piante (Ipp) del Cnr.
Ma non basta. La loro capacità di degradazione e trasformazione di substrati organici e inorganici li rende sfruttabili nell’ambito delle biotecnologie ambientali. “Alcuni funghi, come il ‘Phanerochaete chrysosporium’ sono in grado”, prosegue Bonfante, “ di degradare composti naturali ricchi di fenoli come la lignina, ma anche molti inquinanti aromatici, tra cui idrocarburi, pesticidi e coloranti. Altri, poi, possono decolorare i coloranti e detossificare effluenti industriali e scarti derivanti dalle attività agricole”. I funghi riescono, inoltre, a degradare composti organometallici – contenenti per esempio piombo o stagno – rimuovendoli da acque contaminate, oltre che a rilasciare sostanze dotate di proprietà metallo- chelanti, in grado cioè di eliminare i metalli. “ Questi microrganismi”, prosegue la ricercatrice dell’Ipp-Cnr, “possono trasformare metalli, metalloidi e composti organometallici, attraverso processi biotecnologici che ne diminuiscono la mobilità e la tossicità. Alcuni funghi del suolo appartenenti alla specie ‘Fusarium oxysporum’, ‘Mortierella hyalina’, ‘Oidiodendron griseum’, Oidiodendron maius’, ad esempio, sono stati recentemente proposti come potenziali agenti di decontaminazione dei suoli inquinati da amianto”.
Anche il mondo vegetale trae benefici dai funghi, quelli micorrizici, che vivono cioè in simbiosi con piante superiori, riescono a mediare la risposta delle piante a differenti tipi di stress ambientali “Nei suoli acidi”, conclude Bonfante, “ la tossicità derivante da elevate concentrazioni di alluminio e di altri metalli tossici può essere ridotta grazie alla produzione di acido ossalico da parte di funghi della specie ‘Suillus variegatus’ e Paxillus involutus’”.
Un mondo decisamente pieno di sorprese nascoste, quindi, quello dei funghi, nascoste proprio come loro, così difficili da scovare tra la vegetazione del sottobosco.
Ma non basta. La loro capacità di degradazione e trasformazione di substrati organici e inorganici li rende sfruttabili nell’ambito delle biotecnologie ambientali. “Alcuni funghi, come il ‘Phanerochaete chrysosporium’ sono in grado”, prosegue Bonfante, “ di degradare composti naturali ricchi di fenoli come la lignina, ma anche molti inquinanti aromatici, tra cui idrocarburi, pesticidi e coloranti. Altri, poi, possono decolorare i coloranti e detossificare effluenti industriali e scarti derivanti dalle attività agricole”. I funghi riescono, inoltre, a degradare composti organometallici – contenenti per esempio piombo o stagno – rimuovendoli da acque contaminate, oltre che a rilasciare sostanze dotate di proprietà metallo- chelanti, in grado cioè di eliminare i metalli. “ Questi microrganismi”, prosegue la ricercatrice dell’Ipp-Cnr, “possono trasformare metalli, metalloidi e composti organometallici, attraverso processi biotecnologici che ne diminuiscono la mobilità e la tossicità. Alcuni funghi del suolo appartenenti alla specie ‘Fusarium oxysporum’, ‘Mortierella hyalina’, ‘Oidiodendron griseum’, Oidiodendron maius’, ad esempio, sono stati recentemente proposti come potenziali agenti di decontaminazione dei suoli inquinati da amianto”.
Anche il mondo vegetale trae benefici dai funghi, quelli micorrizici, che vivono cioè in simbiosi con piante superiori, riescono a mediare la risposta delle piante a differenti tipi di stress ambientali “Nei suoli acidi”, conclude Bonfante, “ la tossicità derivante da elevate concentrazioni di alluminio e di altri metalli tossici può essere ridotta grazie alla produzione di acido ossalico da parte di funghi della specie ‘Suillus variegatus’ e Paxillus involutus’”.
Un mondo decisamente pieno di sorprese nascoste, quindi, quello dei funghi, nascoste proprio come loro, così difficili da scovare tra la vegetazione del sottobosco.