Si è insediato a Ciudad del Este, capitale del dipartimento paraguayano dell’Alto Paraná, l’Ufficio regionale per la protezione integrale dell’infanzia e dell’adolescenza nella ‘Triple Frontiera’, la zona geografica in cui convergono i confini di Argentina, Brasile e Paraguay e in cui vivono almeno 3.500 minorenni alle prese con problematiche di grande impatto personale e sociale: sfruttamento della prostituzione e del lavoro nero, esclusione sociale, disintegrazione familiare, violenza domestica, consumo di alcol e droga. La scelta di insediare l’ufficio in Paraguay non vuol dire che il problema del disagio minorile interessi in modo particolare questo e non gli altri due Paesi confinanti. È vero però che, secondo recenti statistiche, nella sola zona metropolitana della capitale paraguayana, Asunción (la ‘Gran Asunción’), almeno 15.000 bambini sono costretti a vivere del loro lavoro, molti dovendosi adattare a vendere mercanzie o se stessi per la strada. Ma è in tutta la zona della Triple Frontiera, luogo ad alto livello di immigrazione, che negli ultimi anni si è moltiplicato il fenomeno dello sfruttamento minorile, con gravi conseguenze sulla salute mentale e fisica dei bambini oltre che dell’intera società locale. L’Ufficio servirà a monitorare la situazione, creare una linea diretta con le istituzioni e risolvere questioni di disagio minorile.