"Credere, obbedire, combattere!?" Dedicato a chi sa leggere...
"La grande Via è del tutto piana, eppure la gente preferisce le vie traverse" (Tao Te Ching)
In fondo l'autoconoscenza è qualcosa di molto semplice che non richiede spiegazioni né giustificazioni ed in verità non richiede nemmeno sacrificio o coraggio. Non chiede nulla...
Ma forse una cosa è necessaria la consapevolezza di sé, altrimenti si può inciampare sulla "necessità" del credere, rinunciano così alla "libertà" del non credere.
E' successo che diversi filosofi dichiaratisi laici o addirittura atei in vita si sono convertiti in punto di morte, succede quando subentra la paura di morire. Filosofo o uomo di strada sono uguali di fronte all'estrema nemica (o vera amica, come la chiamava Totò in "La Livella")
Qualcuno ha obiettato: "...sono dell'idea che il filosofo sia meglio armato per combattere l'omologazione che temeva il De Curtis!". Ma come si può essere armati o resistere di fronte all'inevitabile? O si accetta la morte come un aspetto della vita e quindi la si accoglie come un'innamorata, come una nascita, oppure si teme il giudizio di dio e la filosofia serve a poco, anzi è un peso maggiore della beata ignoranza dell'illetterato.
"Le persone farebbero qualunque cosa, per quanto assurda, pur di evitare di affrontare la propria coscienza: praticare lo yoga, osservare diete, imparare teosofia a memoria, ripetere meccanicamente testi mistici della letteratura mondiale. Tutto perché non sanno stare con se stessi, e non credono minimamente di poter tirar fuori qualcosa di utile dalla loro coscienza." (C.G. Jung)
Paolo D'Arpini
Scheda dettagli:
Data: 11 novembre 2021Autore: Paolo D'Arpini
Fonte/Casa Editrice: https://bioregionalismo.blogspot.com /2021/11/believe-obey-fight-dedicated-to-those.html
Profilo Pubblico di:
Paolo D’Arpini - Circolo vegetariano VV.TT.
Nella mia vita non ho mai avuto un dono spiccato per la modestia, ho sempre considerato me stesso e la mia opera come un degno percorso evolutivo. Abitando a Verona avevo già collaborato, nel 1967-68, ad una rivista locale che si chiamava Verona Beat, un cult tipico di quegli anni, ebbi la fortuna…