La ricerca ci dice che una persona su sei va in depressione durante la sua vita. Che capiti a noi o a qualcuno vicino, ne abbiamo spesso un'esperienza diretta. Ma alcuni psicologi che lavorano a una teoria alternativa suggeriscono che possa essere innescata dal bisogno di rallentare per poter elaborare un processo mentale. E che quindi sia preziosa.
La depressione può quindi essere uno stato particolare che ci permette di concentrarci sull'elaborazione di emozioni difficili. Paul Andrews, psicologo evoluzionista della McMaster University in Canada, ci propone di vederla come un rallentamento che permette un'analisi approfondita di quei problemi che perlopiù sono alla sua origine – la perdita del lavoro, la separazione, il lutto di un familiare o di un amico. In breve, la depressione costringe una persona a dedicare davvero del tempo e delle risorse mentali indivise ad affrontare un trauma emotivo. E' l'opportunità di comprendere sentimenti ed eventi complicati e di capire come comportarsi al meglio la prossima volta.
Potrebbe essere questa la ragione per cui le persone depresse passano molto tempo nella fase REM del sonno, quella dedicata al consolidamento e alla riorganizzazione dei ricordi. Tranquillità e riposo sono dopo tutto quello di cui abbiamo bisogno quando siamo convalescenti da una malattia.
Questa ipotesi potrebbe spiegare l'aumento della depressione negli ultimi 30 anni. Con molte più distrazioni e occasioni per ignorare e nascondere i problemi emotivi, e un ritmo di vita veloce come mai prima, il tempo per riflettere è poco. Forse la nostra mente ci costringe più spesso a entrare in uno stato tale da permetterci di fronteggiare le nostre sfide.