sab, 20 aprile 2024

Non-dualismo (in sanscrito: Advaita)

Il Non-dualismo (in sanscrito: Advaita) è l'espressione più sottile e
"scientifica" del pensiero spirituale umano. Agli effetti pratici non
può essere definita una filosofia, in quanto si pone "prima" ed
"aldilà" del pensiero, quindi non potrà mai divenire un argomento di
studio o di dibattito. Il Non-dualismo è stato intelligentemente
rappresentato da uno dei suoi più recenti fautori, Sri Poonja di
Lucknow (dettoPapaji), con queste parole: "Immagina l'Uno non seguito
dal due e poi abbandona il concetto stesso di Uno". Non è possibile
alcuna speculazione mentale su quanto viene significato con questa
netta e assoluta indicazione della realtà.

La concezione Non-duale si affaccia sulla scena del pensiero umano già
cinquemila anni fa, nelle ultime porzioni dei Veda (Vedanta) dette
Upanishad, in cui si afferma: "Dall'Uno sorge l'Uno, se dall'Uno togli
l'Uno solo l'Uno rimane". Nel VI° secolo a.C. la civilizzazione
Indiana è preda di depressioni empiriche e matematiche, in quel
periodo vennero accantonate le sottigliezze vedantiche e sostituite
da formalismi rituali, teismi e sofismi di vario genere, per questo
motivo la venuta del Buddha segnò un rifiorire dell’autentico spirito
nel tentativo di superare il materialismo spirituale.

Avvenne così che la dottrina Buddista della "sunyata" (vacuità o
vuoto), in cui si nega la sostanza ed il valore alle forme e alle
manifestazioni del mondo, riportasse l'attenzione al percipiente. La
descrizione dell'esistenza empirica come origine e fonte della
sofferenza restituì stamina ed impeto alla realizzazione del puro
spirito, ma già nel V° secolo d.C. le diatribe interne ai vari
sistemi Buddisti andavano deteriorando la pulizia dell'insegnamento
originario del Buddha.

Ed è proprio in quel contesto storico che apparve sulla scena il
grande saggio Adi Shankaracharya, che fin da giovanissimo iniziò a
riportare la società induista verso la comprensione dell'Uno senza un
Due. Lo fece indicando la pratica spirituale quotidiana della rinunzia
alle forme pensiero dualistiche: "Neti…Neti" (non questo... non
questo). Il grande movimento che ne nacque è ancora vivo e vegeto ed
ha quindi prodotto innumerevoli saggi che si riferiscono a questa
linea.

Non si può affermare che il Non-dualismo possa venir
perfezionato, ma per quanto concerne il modo descrittivo possiamo dire
che questa affermazione è appropriata nel caso di Ramana Maharshi, il
saggio di Arunachala, la solitaria montagna sacra del Tamil Nadu, ove
egli visse in ritiro permanente nella prima metà del secolo scorso.
Ramana è universalmente riconosciuto come il divulgatore dell’Advaita
Non-dualista oltre i confini dell'India. Egli, nella strofa X del suo
‘Quaranta Versi sull'Esistenza’ così afferma: "Non vi è conoscenza
separata dall'ignoranza, non vi è ignoranza separata dalla conoscenza.
Di chi sono questa conoscenza e quest'ignoranza? Vera Conoscenza è
quella che conosce la coscienza che conosce, che è il principio base".

Secondo l'esperienza di Ramana, non vi è alcuna separazione, e
tutto perciò viene ricondotto al Sé. Questa sublime espressione della
Coscienza che conosce se stessa è stata susseguentemente spiegata, in
modo raffinato e culturalmente accettabile per la nostra mente
speculativa, dal saggio Indiano Nisargadatta Maharaj, il quale nella
sua estrema semplicità descrittiva si limitò ad affermare: "Io sono
Quello". Nella diretta realizzazione del Sé non esistono descrizioni
che possano adeguatamente trasmettere questa ineffabile esperienza, ed
è per questo che il diniego o rifiuto di ogni assunzione e
proposizione spirituale fu la caratteristica di un ultimo campione
della linea, e cioè U.G. Krishnamurti - il santo che negava ogni
santità che fosse altra dallo stato puro della consapevolezza -
esclamando: "le mie parole sono come il raglio di un asino... esiste
solo la vita che meravigliosamente compie il lavoro". Con ciò
segnalando il punto finale di "non ritorno" al dualismo empirico.

Paolo D'Arpini

Scheda dettagli:

Data: 6 ottobre 2015Autore: Paolo D'Arpini
Fonte/Casa Editrice: Paolo D'Arpini
Profilo Pubblico di:

Paolo D’Arpini - Circolo vegetariano VV.TT.

Nella mia vita non ho mai avuto un dono spiccato per la modestia, ho sempre considerato me stesso e la mia opera come un degno percorso evolutivo. Abitando a Verona avevo già collaborato, nel 1967-68, ad una rivista locale che si chiamava Verona Beat, un cult tipico di quegli anni, ebbi la fortuna…

Vegetariani
Appuntamenti e corsi:0
Siti web:0
Video:0
Pubblicazioni:531

Dello stesso autore: 

© 1998-2024 Spiritual - Tutti i diritti sono riservati. Spiritual® e Spiritual Search® sono marchi registrati. La riproduzione anche parziale dei contenuti di Spiritual è vietata. Spiritual non è in alcun modo responsabile dei contenuti inseriti dagli utenti, né del contenuto dei siti ad essi collegati.
Società editrice: Gruppo 4 s.r.l. Codice Fiscale, Partita IVA, Reg. Imp. PD 02709800284 - IT - E.U.
E-mail: informa@spiritual.it

Engineered by Gruppo 4 s.r.l.