ven, 19 aprile 2024

"Itarashtam tithar kashtam" «Se vieni a mani vuote, andrai via a mani vuote"

Tra Simbolismo, discernimento e spiritualità

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“Brahman, l’Assoluto solo è vero. L’Universo, sempre mutevole, è irreale;
la sua esistenza non è che relativa, e l’uomo, nella sua esistenza, è Dio. Niente altro.”

La parola simbolo deriva dal Greco e significa (mettere, insieme) avente il significato approssimativo di mettere insieme due parti distinte. Nella lingua corrente della Grecia antica, il termine simbolo aveva il significato di “tessera di riconoscimento” o “tessera ospitale”, secondo l’usanza per cui due individui, due famiglie o anche due città spezzavano una tessera, di solito di terracotta, e ne conservavano ognuno una delle due parti a conclusione di un accordo o di un’alleanza, da cui anche il significato di “patto” o di “accordo” che il termine greco assume per traslato. Il perfetto combaciare delle due parti della tessera provava l’esistenza dell’accordo.
La simbologia sarebbe dunque la vera chiave per comprendere il mondo spirituale, psichico e materiale . L'uomo avrebbe infatti bisogno di simboli per afferrare ciò che altrimenti non sarebbe rappresentabile e li produrrebbe lui stesso inconsciamente e spontaneamente. Per C.G. Jung i simboli sarebbero infatti il linguaggio dell'inconscio.
Nella maggior parte delle culture antiche e moderne, fin dagli albori della civiltà umana sono esistite credenze e pratiche rituali con caratteristiche molto simili che hanno arricchito il mondo inconscio del simbolismo. L'uomo indagatore della natura e di ciò che lo circondava diede un particolare valore divinatorio a minerali, oggetti e monili con significative caratteristiche di estetica e raffinata bellezza. L'attribuzione del valore spirituale non tardò ad essere considerato come indissolubile privilegio tra Dio e l'uomo.
L'impiego delle gemme, degli ori e ornamenti vari crebbe con l'esigenza di donare come preziosa dimostrazione di riverenza e gratitudine verso la divinità.
Il culto tributato ai simulacri non può prescindere dal tema del dono. I doni alla divinità non sono sempre di carattere votivo: in molti casi essi sono un segno di gratitudine per una grazia ricevuta in altri essi rappresentano un’ offerta che accompagnano una richiesta.
I doni ai simulacri possono essere considerati come una forma di “preghiera materializzata”, il desiderio dell’umano di mettersi in un rapporto di devozione personale e diretta con la divinità. Inconsciamente una identificazione nei confronti della divinità. Questo culto della materialità, del dono lo ritroviamo e si ripete in tutte le tradizioni culturali dall'Antico Egitto, all’Asia e l’Occidente Cristiano.

Questo è il motivo per cui molte divinità sono ricoperte d’oro. L'oro è considerato una sostanza materiale con vibrazione spirituale. Il denaro è la stessa cosa, i monili, oggetti e quant’altro sono oggetti materiali che hanno una funzione e vibrazione spirituale.
Un esempio la Dea Laksmiè la divinità dell'abbondanza: salute, benessere, prosperità.
Tutto questo ci dimostra che da quando l’uomo ha fatto la sua comparsa sulla terra non ha mai disgiunto la materialità dalla spiritualità.
Nello schema mentale di un individuo ci sono innumerevoli meccanismi che scattano, probabile retaggio di un sapere e conoscenze ereditate dal pensiero Cartesiano, accade soventemente che quando ci si avvicina alle discipline del corpo e della mente non ci poniamo il problema di dover corrispondere una quota di denaro nei confronti di chi ci fornisce un servizio. La persona usufruisce di quello che gli viene messo a disposizione dal titolare di quella struttura, si usano gli spazi con: attrezzi, tappeti, utensili vari. In uno spazio ed un tempo offerto dall’ istruttore o insegnante, incluse le sue conoscenze fatte di anni di corsi, seminari in Italia e all’estero e di studio trasversale, premesso che l’insegnate di cui parliamo sia scrupoloso e non improvvisato come spesso accade ai giorni nostri.
In questo caso “Nulla quaestio” "nessuna questione, nessun problema".
Questo non avviene nello yoga Kundalini o in tutte quelle forme che richiedono un discernimento spirituale. Il discernimento spirituale rappresenta la capacità di ridurre e scindere il complesso in parti minute, valutandolo in maniera completa, con grande cognizione. Dal latino: discernere, composto da dis- separare e cernere scegliere. Scegliere separando. È una virtù della saggezza, di nobiltà, matura, di mondo.
Così servirà gran discernimento allo studente affinché riconosca gli atti di amicizia dagli atti posti in essere da un insegnante il cui unico scopo è quello di elevare lo studente.
Quando si tratta di yoga le cose cominciano a complicarsi perché viene etichettata come una disciplina o pratica “spirituale” e deve essere ceduta gratis! È una trappola in cui cadono molte persone di ogni Nazionalità. E spesso contribuiscono gli stessi “pseudo-insegnanti yoga” ad alimentare una falsa credenza a sostegno di alcune teorie.
Tempo fa su un noto blog americano, un individuo affermò che: la conoscenza deve essere libera. Il succo era che questa persona ha pensato che fosse ipocrita far pagare per trasmettere insegnamenti spirituali.
La risposta che gli arrivò fu: “Se mai dovessi arrivare a mani vuote, andrai via a mani vuote. E' una legge che non dovrebbe mai essere infranta. Uno studente non deve venire dal maestro o insegnante a mani vuote. Egli può portare una foglia o può portare un milione di dollari. Ma lui non deve andare da un Insegnante senza nulla”.
Se uno studente arriva a mani vuote, può stare lì per sei ore e fare tutti i tipi di yoga, ma nel momento in cui esce da quella porta, se ne andrà a mani vuote, portandosi via tutti i suoi schemi mentali con i quali era arrivato prima di sedersi e praticare yoga.
Quella somma di denaro data va sull'altare, va benedetta e santificata.
Significa che trai beneficio tu e chi riceve quel dono, si chiama “Gratitudine”.
La cosa più egoista che uno studente può fare è voler ricevere gratis.
Allo studente non è dato ricevere gratis e l’insegnate non è di sua proprietà.
Si chiama Gurudakshina: quando l’insegnante riceve qualcosa. L’insegnate è obbligato ad accettare. Il dono è "Darshanee". La risposta dell’insegnante al dono è "Baykaree".
Questo si traduce in: "Dio ti benedica, grazie" “Darshanee, Baykaree”. Così tu sarai liberato e libero da legami e sei difronte all’insegnante in uno stato di elevazione e non di sottomissione dinnanzi a lui.
Quando il Maestro yogi Bhajan ha iniziato a insegnare a Los Angeles, c'erano gruppi di studenti che non credevano nel denaro e non ne avevano mai. Tra di loro c’erano studenti ricchi molto ricchi e poveri molto poveri. Gli studenti che avevano la possibilità per poter pagare le lezioni affermavano di non avere soldi poiché nutrivano la credenza “limitante” di non dover pagare per ricevere gli insegnamenti. Questa era il tipo di classe avvezza al Maestro.
Gli studenti affermavano: lui è spirituale? Come fa a chiedere dei soldi ? Perché dovremmo pagare? Studenti arrabbiati e invadenti, pronti a fare i conti in tasca al Maestro.
Ma l'uomo alla porta disse: "Perché non vai in giro a cercare dei soldi ?
Gli studenti risposero: "Dove li andiamo a trovare ?"
E l'uomo alla porta avrebbe detto: "No, no, no. Basta guardarsi intorno. Provate a trovarli".
Gli studenti: Andavano fuori, avrebbero trovato circa due, tre dollari. La lezione costava 1,5 dollari. Avrebbero messo i soldi nel cestino e il resto del denaro lo avrebbero tenuto in tasca.
Quindici, venti persone del genere su cinquanta in classe, avrebbero usato un linguaggio volgare, sarebbero stati invadenti ed insolenti per non parlare degli studenti che per il solo fatto di aver letto un libro di un maestro spirituale o seguito un corso per qualche anno pensano di avere tutte le conoscenze e la saggezza di una Maestro e/o insegnante.
Per queste persone anche stare sulla porta sarebbe un privilegio per loro.
A lezione finita un uomo si avvicinò al maestro e disse: "Ho capito, uomo, tu sei un tizio tosto". Il Maestro rispose: "Qual è il problema?
L’uomo: "Hai gettato i soldi per terra e ci hai fatto venire fuori a raccoglierli per pagarti. Che cosa sta succedendo?"
Il Maestro: "Non è per amor mio o per amicizia. Solo così puoi avere la grazia di esserti guadagnato gli insegnamenti".
Nonostante questi studenti il Maestro e gli insegnanti che lui ha formato hanno sempre mantenuto la regola. Oggi chi pratica lo yoga sa che c’è sempre uno scambio tra allievo e insegnante. Prima paghi, poi entri, "Itarashtam kashtam tithar" “come vieni così andrai! Se vieni a mani vuote andrai via a mani vuote! È la legge del Karma!
Tutto in questo universo compresi pensieri di spiritualità e di denaro provengono da un'unica fonte-Dio-Brahman-coscienza pura -universo, qualunque sia il nome di quella entità sovrannaturale che voi seguite o a cui vi ispirate. Tutto promana da Dio allora come può la spiritualità e la materia entrare in contrasto tra di loro?
La risposta è che l’unico posto dove soldi e spiritualità sono in opposizione è nella nostra mente. Nella gabbia che ci siamo costruiti!
Un maestro spirituale che ha fatto la scelta e ha per scopo nella vita quello di elevare le persone, insegnare tecniche, essere e divenire una guida per gli altri ha bisogno di guadagnarsi da vivere.
Non c’è nulla di male vivere è guadagnare in gratitudine e non in avidità.
Se un maestro o insegnante guadagna nella sua giusta misura, una misura che stabilisce lui e non secondo il metro dello studente. Le due energie Spiritualità e denaro non sono in opposizione. Nel mondo spirituale, un Insegnante è una guida, è colui che vi porta l’acqua per farvi dissetare, colui che vi porta il nettare della vita.
Un insegnate di Ku??alin? Yoga come tradizione vuole è chiamato a rispondere, sintonizzarsi e pronunciare un giuramento mentale prima di insegnare. Lo stato mentale di un insegnate è coerente con il suo giuramento. Gli attaccamenti terreni, gli obblighi, l'identità la persona che agisce e reagisce è messa da parte. L’insegnante è un canale puro e senza distrazioni, affinché lo studente possa fare l’esperienza della trascendenza e rivisitare il suo essere. L’insegnate è un servitore, serve ed onora gli insegnamenti tramandati dalle generazioni precedenti, serve ed onora i cieli e l’ identità infinita dello studente.

"Questo principio di Itarashtam tithar kashtam non può essere sacrificato, quando questo accade lo studente lascia la classe senza aver ricevuto alcun beneficio."
Yogi Bhajan


dott.ssa Maria Felicia Tufano

Scheda dettagli:

Data: 10 dicembre 2014Autore: Dott.ssa Maria Felicia Tufano
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Maria Felicia Tufano

Curriculum in breve laurea in scienze delle attività motorie e sportive in data 27/03/2013 con voto 107/110 attestato lingua e letteratura sanscrita. università degli studi orientale in data 07/06/2013 attestato religioni e filosofie dell’india. università degli studi orientale in data…

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