mer, 24 aprile 2024

Il Mistero della Libertà

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Il lavoro parte dall’analisi di quella che io ritengo una situazione di schiavitù
dell’uomo, presente sia sul piano materiale che su quello psicospirituale. Tale
analisi è effettuata sulla base della scala dei bisogni di Maslow. Vediamo come i
bisogni vengono sovralimentati e sfruttati per poi creare altri bisogni fittizi. Passiamo
in seguito in osservazione alcuni meccanismi usati per questa gigantesca
operazione di creazione di illusioni e come essa venga poi alimentata dagli stessi
schiavi, cioè noi, le persone comuni. Vedremo poi come la soddisfazione, reale o
virtuale, di tali bisogni contribuisca a perpetuare il sistema nei secoli e nello stesso
tempo a irrobustirlo e ingrandirlo. Di seguito analizzo una serie di fattori che in
qualche modo interagiscono con le nostre libertà (o schiavitù) nella vita
quotidiana per poi illustrare una serie di fattori che invece sono volutamente
esclusi dalla cultura e dalla storia proprio perché aiuterebbero un eventuale
processo di liberazione.

Tento poi una definizione, volutamente aperta, di libertà seguita dalla spiegazione di ciò
che potrebbe essere una libertà reale nella vita di tutti i giorni, ovvero i suoi
rapporti con responsabilità e attività reali, come il lavoro, le relazioni e i viaggi.
Ovviamente è necessario passare in rassegna anche ciò che immaginiamo sia la
libertà e come questa idea mitica venga sfruttata da pubblicità e propaganda
per renderci, paradossalmente, ancora più schiavi. Per contro accenno a quelle
che potrebbero essere reali sacche di libertà ancora presenti.
Infine propongo quelle che potrebbero essere alcune strategie per raggiungere,
ampliare e custodire queste sacche di vera vita. Propongo come punto di
riferimento le filosofie orientali e il buddismo in particolare, ma solo utilizzandoli
come sistemi di pensiero utili a una visione agevole dello scenario. Alle filosofie
orientali affianco quelle che sono le mie esperienze personali di viaggio, di
relazione e di interazione con “gli altri”. In conclusione mi permetto di dare alcuni
suggerimenti pratici basati su esperienze concrete personali senza tralasciare
altresì suggerimenti di ordine emozionale, psichico e spirituale. In conclusione
illustro quella che è una visione positiva della situazione, di un mondo già
meraviglioso per godere il quale sarebbe sufficiente “solo” un salto nel nostro stato
di coscienza.

Il tema di fondo è che abbiamo già libertà e felicità in mano e non lo sappiamo,
riversando tonnellate di macerie sul tempio della nostra esistenza, che andrebbe
bene già così com’è. Per assaporare questa libertà basterebbe sostituire questa
incredibile pletora di bisogni fittizi con la presa di coscienza che gli unici e veri
bisogni sono quelli di saper operare la nostra guarigione e di avere la capacità di
vivere in serena coscienza le trasformazioni della nostra vita: la malattia, la
vecchiaia e la morte. Tutto il resto sono solo accessori che vanno benissimo, ma
che oggi sono invece diventati oggetti di culto al posto dell’unico vero: la nostra
stessa vita, che andrebbe onorata in ogni istante indipendentemente da
credenze religiose, cultura, situazione sociale. Indipendentemente da tutto.

Scheda dettagli:

Data: 20 agosto 2014Autore: Mauro Villone
Fonte/Casa Editrice: PRINP
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