ven, 29 marzo 2024

Gli Iniziati e il Linguaggio Esoterico delle Due Porte

"Due porte metton ad esso: ad Aquilon si volge l'una, e schiudesi all'uom; l'altra, che Noto guarda, ha più del divino, ed un mortale per lei non varca... ". (Odissea: XIII, 133, 137).

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"Due porte metton ad esso: ad Aquilon si volge l'una, e schiudesi all'uom; l'altra, che Noto guarda, ha più del divino, ed un mortale per lei non varca... ". (Odissea: XIII, 133, 137).

Il termine ‘solstizio’ deriva dal latino solstitium, comp. di sol ‘sole’ e di un der. di stare ‘fermarsi’. Il solstizio d'inverno è il giorno più corto dell'anno e cade il 21 o 22 dicembre. Quest’anno cadrà il 21 Dicembre 2014 alle ore 23:03. Nel 2015 si avrà il solstizio d’inverno il giorno 22 Dicembre alle ore 04:48. Nei giorni successivi al solstizio 22-23-24 Dicembre nell’emisfero Nord il sole sembra fermarsi in cielo per poi invertire il proprio moto, amplificando il buio della notte e riducendo le ore di luce giornaliera. Dopo tale data la luce del giorno torna lentamente ad aumentare e ad estendersi, con la progressiva riduzione della durata del buio a vantaggio della luce fino al Solstizio d’estate (21 Giugno).
Gli antichi colsero il significato sottile dei solstizi: quando le tenebre, il decadimento e la morte sono al culmine profondo si gettano i semi della vita e della rinascita. Viceversa quando la luce e la vita sono al culmine durante il solstizio d’estate allora avviene il contrario, sono gettati i semi della morte e delle tenebre ed ecco l’inverno.
Due le porte degli iniziati: una appartiene agli uomini e l’altra al divino. Quattro sono le stagioni che si alternano ciclicamente ogni anno. La primavera inizia con l’equinozio di primavera (20-21 Marzo) quando il giorno e la notte hanno la stessa durata, e finisce con il solstizio d’estate (20-21 Giugno). In questo giorno, che sancisce l’inizio dell’estate, si ha il maggior numero di ore di luce, poiché il Sole è più alto sull’orizzonte. L’altro è l’equinozio d’autunno che si pone a metà strada (22-23 Settembre) verso il solstizio d’inverno che inizia nel giorno più buio dell’anno, poco prima di Natale (20-21 Dicembre). Le stagioni non hanno sempre lo stesso numero di giorni poiché iniziano e finiscono in istanti astronomici ben precisi che variano di anno in anno. E’ l’istante e punto dell’eclittica in cui il sole cessa di allontanarsi dall’equatore celeste e comincia a riavvicinarvisi. Astronomicamente i due solstizi (uno invernale e uno estivo) cadono intorno al 21 dicembre e il 21 giugno. Astrologicamente corrispondono all’entrata del sole nei segni di Capricorno (22 dicembre) e del Cancro (22 giugno). Tradizionalmente il solstizio d’inverno apre la fase ascendente del ciclo annuale e coincide con la nascita di Cristo, mentre quello estivo apre la fase discendente e coincide con la nascita del Battista, come sottolinea la formula evangelica “bisogna che egli cresca e che io decada” (Giovanni,3,30). Il significato esoterico e spirituale dei riti solstiziali hanno un contenuto di “trasformazione”, “rinnovamento”, “rinascita”. Il cammino del ciclo annuale avviene con il solstizio d’estate, mentre il punto finale della fase discendente che costituisce la nuova ascesa avviene nel solstizio d’inverno. Tutto ciò che raggiunge il suo massimo è destinato a precipitare, mentre tutto quello che è al suo minimo può aspirare all’ascesa, alla crescita. Tutto questo è reso possibile dal fatto che la rigenerazione avviene a partire dal potenziale energetico nascosto. Il solstizio rappresenta l’inizio della metà ascendente dell’anno solare.
Nell'antica Grecia i due Solstizi erano chiamati Porte: porta degli Dei il solstizio invernale e porta degli uomini quello estivo.
La porta degli uomini è rivolta a nord la porta degli dei è rivolta a sud.
Durante il periodo solstiziale estivo il sole è a nord dell'equatore celeste in quello invernale a sud.
I solstizi rappresentano la porta, il confine, tra l’umano e il divino.
Il passaggio dalle Tenebre alla Luce. Il sole resta progressivamente sempre più a lungo nel cielo allungando così le nostre giornate.
È una festa di luce, dai profondi messaggi iniziatici ed esoterici legati al risveglio interiore.
Nella tradizione Romana il custode delle due porte solstiziali era il Dio Giano bifronte . La radice del nome Giano, Janus che è il nome antico di Giovanni, indica un passaggio. Similmente al nome Janus è la parola sanscrita yana che indica la porta.
Giano veniva identificato col Sole nel ciclo giornaliero e annuale, con l’anno e con il cielo, colui che aveva il potere sul tempo e sul destino, la scienza del passato e del futuro, ottenuto da Saturno, perseguitato da Giove e regalmente ospitato da Giano.
Giano era il custode (Ianitor) delle porte (ianus-porta) ed esercitava la sua influenza su ogni passaggio e su ogni inizio o principio.
Durante le due Celebrazioni solstiziali veniva rappresentato con due volti, uno barbuto simbolo del passato e l'altro giovanile simbolo del futuro, la doppia fronte simboleggiano l’anno trascorso e l’anno che sta per arrivare nel mese di Gennaio (Januarius). A lui erano consacrati il primo mese dell’anno, l’inizio di ogni mese, di ogni giorno e di ogni attività.
Giano era colui che iniziava attraverso un moto rotatorio sulla sua terza faccia invisibile, cioè l'asse del mondo, che conduceva alle due Porte Solstiziali. A Giano il compito di accompagnare il passaggio da uno stato all'altro. Nella tradizione Romana si apponeva un'immagine di Giano all'ingresso principale della casa, quella porta diveniva la porta di Giano. Nella notte del solstizio si onora il ritorno alla luce.
Nel Cristianesimo il culto di Giano viene sostituito da San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista . I due Giovanni sono celebrati alcuni giorni dopo la data esatta dei due solstizi il 24 giugno e il 27 dicembre: rispettivamente la discesa e la salita sono già cominciate. Lo yin cede il posto alla yang.
Alla festa giovannea del solstizio d’inverno si è sovrapposto il Natale e il Sole nascente rappresentato dal simbolo del Cristo Bambino. I due Giovanni sono l’immagine di una contemporanea esistenza di due dimensioni, che durante i solstizi si congiungono ed in quel frangente le porte sono aperte per permettere il passaggio.
In Campania, Quando i calendari erano basati sugli eventi astronomici, la conoscenza di tali eventi: gli equinozi, i solstizi, l’avvicendarsi delle fasi lunari, ecc. risultavano fondamentali per la pianificazione delle semine e delle raccolte e questo fu un motivo fondamentale per l’accurata osservazione e studio del cielo fin dalla più remota antichità.
A tal proposito fino a qualche decennio fa era diffusa l'usanza, durante il solstizio d’estate, in particolare nella notte di San Giovanni (24 giugno) mettere davanti o dietro l'entrata di casa una scopa di saggina ; secondo la tradizione avrebbe tenuto lontane le streghe, le quali, per sortilegio, avrebbero dovuto contarne i fili. Fin dal medioevo la notte di san Giovanni è stata legata ad un rito arboreo, l’albero di noce e ai suoi frutti. Ancora oggi in molte zone d'Italia vive l’usanza di raccogliere i frutti del noce percuotendone i rami. Il rituale prevede che la persona debba stare a piedi nudi e debba percuotere i rami con una pertica di legno affinché possa beneficiare fino in fondo della miracolosa rugiada che bagna il noce e produrre un buon nocino dalle magiche virtù e proprietà digestive. L'albero del noce rappresenta la congiunzione fra cielo e terra, il ponte o la porta di entrata fra le dimensioni spazio/temporali che nella notte del Solstizio divengono sottili e penetrabili.
Prima della riforma giuliana, il mese di Dicembre era il decimo mese dell’anno. Il nome deriva dal latino decem (dieci) poi divenuto dodicesimo mese dell’anno, nonostante il tempo e le bizzarrie dell’imperatore Commodus il mese Dicembre conservò tale nome. L’imperatore Lucius Aelius Aurelius Antoninus Commodus, è stato un imperatore romano, membro della dinastia degli Antonini; regnò dal 180 al 192. È descritto dagli storici come stravagante e depravato, amava cambiare i nomi dei mesi, ribattezzò più volte Dicembre non ultimo in "Amazzonio", in onore della propria amante, bravissima amazzone. Morto l'imperatore, si ritornò al vecchio nome.
La data simbolica del 25 Dicembre per la celebrazione del Natale cristiano fu scelta attorno al III-IV secolo d. C. (ci sono testimonianze già nel 326 d. C.), una scelta che doveva coincidere con la festa del dio Mithra. Molti Cristiani erano attirati da queste feste spettacolari cosicché la Chiesa romana, preoccupata della diffusione dei culti solari pensò bene di celebrare nello stesso giorno la natività di Cristo, vera Luce e vero Sole. La Chiesa romana, prima di allora, non considerava molto importante la nascita di Cristo.
Nel quinto secolo San Leo scrisse che il giorno della nascita di Gesù andava festeggiato solennemente perché la nascita di Cristo era anche la nascita dei Cristiani da quel momento in poi si festeggia il Natale.
Il India si celebra la festa del raccolto di buon auspicio. Quest’evento è contraddistinto da fervore ed allegria. Si celebra il 14 gennaio di ogni anno. La giornata è dedicata all'ascesa del Dio sole nell'emisfero settentrionale. Per gli hindu il sole simboleggia la conoscenza, la luce spirituale e la saggezza. Makar Sankranti ??? il sole entra nel Capricorno (sanscrito: Makara) Costellazione zodiacale in quel giorno. Sankranti è detto del movimento del Sole da un segno zodiacale in un altro. La data del Makar Sankranti (14 Gennaio, 15 se bisestile) a differenza del Diwali e di altre festività Hindu, rimane pressoché costante. Questa festa commemora l'inizio della stagione del raccolto e la cessazione del monsone di nordest in India del sud.
È un invito ad allontanarsi dalle tenebre dell'illusione ed orientarsi verso una nuova vita, illuminata dalla luce interiore, da una crescente purezza, saggezza e conoscenza.
Nel simbolismo tradizionale delle porte solstiziali, corrispondenti all’entrata e all’uscita dalla Caverna Cosmica: la prima porta, quella “degli uomini”, coincide con il Solstizio d’Estate, cioè all’entrata del Sole nel segno zodiacale del Cancro, la seconda, quella “degli dei”, al Solstizio d’Inverno, cioè all’entrata del Sole nel segno zodiacale del Capricorno. Dal punto di vista iniziatico la caverna, per via del suo carattere di luogo nascosto e chiuso, rappresenta un momento di totale interiorizzazione dell’essere, vale a dire il luogo dove avviene, accedendovi, una nuova nascita dell’iniziato, l’inconscio e tutto ciò che vi sedimenta. La rigenerazione cosmica è concepita nella tradizione indiana con la discesa e l’aiuto di un Avatar (Avat?ra ?????), anche il Cristo ne è esempio fra i tanti altri delle varie tradizioni spirituali e religiose. Il Sole ritorna sempre e con lui la vita.
Altro simbolo solstiziale è il Vischio, pianta sacra per i DRUIDI, che veniva recisa dall'albero su cui nasceva seguendo una solenne cerimonia. La raccolta del vischio avveniva specialmente in due momenti particolari dell'anno: a Samhain e nel Giorno di San Giovanni. Il Vischio era considerato la panacea per tutti i mali. Essa è una pianta parassita che affonda le sue radici nell'altrui forza, non tocca terra e veniva considerata una emanazione divina.
Gli antichi la chiamavano "scopa del fulmine" pensavano che nascesse quando la folgore colpiva un albero. I DRUIDI rispettosi della natura divina di questa pianta di Vischio usavano tagliare i ramoscelli con un falcetto d'oro.
È di buon auspicio per l'anno che viene averne un ramoscello in case.

Buon Solstizio d’Inverno

Nola 21/12/14

Dott.ssa Maria Felicia Tufano

Scheda dettagli:

Data: 21 dicembre 2014Autore: dott.ssa Maria felicia Tufano
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Curriculum in breve laurea in scienze delle attività motorie e sportive in data 27/03/2013 con voto 107/110 attestato lingua e letteratura sanscrita. università degli studi orientale in data 07/06/2013 attestato religioni e filosofie dell’india. università degli studi orientale in data…

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