ven, 19 aprile 2024

Attacchi di Panico: come curarli

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Un numero sempre crescente di persone sperimenta sulla propria pelle quell'insieme di sintomi fisici ed emozionali che costituiscono una crisi chiamata attacco di panico: difficoltà respiratoria, tachicardia, aumento della sudorazione, brividi, debolezza, tremore, formicolio, nausea, vertigini, dolori al petto, uniti a varie forme di paura (di impazzire, di perdere il controllo, di morire ecc.) sono alcuni dei sintomi più comuni. Per qualche secondo, o anche per diversi minuti, il corpo e la mente della persona vengono sconvolti dall'incontro improvviso con il terrore puro. Si crea un circolo vizioso per cui i sintomi fisici alimentano quelli psicologici e viceversa, e questo aumenta la durata della crisi.

Inoltre, in seguito al primo attacco di panico, spesso si innesca la paura persistente di averne un altro, ovvero la "paura della paura", e questo può portare la persona ad incatenarsi nell'esperienza di attacchi ripetuti, chiamata disturbo di panico (o D.A.P. che significa "disturbo da attacchi di panico"). In altre parole, è la paura ad alimentare se stessa, così la persona è portata ad un automonitoraggio sempre più attento di ogni segnale fisico, tanto che basta una lieve sensazione per entrare subito in ansia, e a quel punto è proprio la paura di avere un attacco che porta al verificarsi dell'attacco stesso. Chi soffre di D.A.P. spesso finisce con l'evitare il più possibile tutte quelle situazioni nelle quali ha avuto un attacco, per non rischiare di ripetere l'esperienza: a lungo andare, con il moltiplicarsi delle situazioni considerate pericolose, si finisce con il chiudersi in se stessi, fino a non riuscire più a lavorare, ad avere una vita sociale, a svolgere le più comuni attività quotidiane, o semplicemente ad uscire di casa. Questo può facilmente portare a depressione, perdita di autostima, mancanza di fiducia nelle proprie capacità, con la conseguenza che al problema del panico se ne aggiungono molti altri.

Spesso, quando si verifica un attacco, la persona sente la necessità di scappare dal luogo in cui comincia la crisi, magari cercando aiuto al pronto soccorso, dove normalmente le vengono dati dei farmaci o dei sedativi, si fanno le analisi, da cui di solito non emerge nulla, e la persona viene rimandata a casa, senza aver minimamente risolto il suo problema. I medicinali non guariscono gli attacchi di panico, si limitano semplicemente a "coprire" dei sintomi, ma in questo modo la causa che li ha scatenati non diviene chiara. Molte persone iniziano a prendere regolarmente psicofarmaci, fino a diventarne dipendenti, perché non conoscono altro modo per gestire il loro problema; oppure si può diventare dipendenti da una persona, ad esempio uno psicoterapeuta, iniziando un percorso che rischia di durare anni, senza che ci siano miglioramenti sostanziali. Essere dipendenti da qualcosa o da qualcuno, oltre a toglierci libertà ed autonomia, comporta anche spese consistenti, per chissà quanto tempo: si comincia una cura, senza sapere se mai si arriverà alla guarigione.

Esistono invece terapie efficaci, brevi e mirate, che permettono di superare il problema degli attacchi di panico, e senza effetti collaterali. Si tratta di imparare a conoscere se stessi, il proprio corpo e, soprattutto, il proprio respiro. Bastano poche sedute di Respiro della Memoria® o di Coccoloterapia® in acqua calda ? due tecniche ideate da Paolo Cericola dopo anni di esperienza con la respirazione consapevole ? per liberarsi dagli attacchi di panico e riprendere in mano la propria vita. Può sembrare un miracolo, ma in realtà si tratta di conoscenza, consapevolezza, chiarezza: il Respiro è uno strumento che permette di arrivare alla causa del problema, e la comprensione porta alla guarigione. Attraverso il Respiro della Memoria® e la Coccoloterapia® possono emergere memorie sommerse di cui non abbiamo alcun ricordo consapevole (si tratta perlopiù di eventi traumatici che abbiamo vissuto e di cui non siamo a conoscenza), che però ci causano problemi nella vita, portandoci a reagire in vari modi, primo tra tutti il panico. Infatti è sufficiente che, in questo momento, ci troviamo di fronte ad elementi restimolatori di quel trauma che abbiamo vissuto (suoni, colori, odori ecc.) per entrare immediatamente in uno stato di ansia o di panico, senza che ne sappiamo il motivo. Ecco perché è fondamentale rivivere quell'esperienza, in modo che divenga chiara e non ci causi più disagi; è allora che smettiamo di reagire ed iniziamo ad agire, diventando padroni di noi stessi e della nostra vita. Il panico è una creazione della mente, che ci porta a reagire ad un pericolo che qui ed ora non esiste: acquisire questa consapevolezza ci permette di sganciarci dalle nostre catene e ci rende finalmente liberi.

Paolo Cericola

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Scheda dettagli:

Data: 27 luglio 2015Autore: Paolo Cericola
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